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Vittorio Feltri: "Scalfari e Prodi? Meglio un anziano intelligente che un giovane co***. E il Mortadella..."

Vittorio Feltri
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Caro Pietro Mancini, spero di non deluderti se ti dico che la politica italiana da molti anni è talmente noiosa da non meritare di essere seguita con passione. Cosa vuoi che mi importi dove finirà Giuseppe Conte quando avrà terminato di occupare abusivamente Palazzo Chigi. Gli consiglierei di tornare a fare l'avvocato di se stesso anziché nostro. Scalfari è stato un grandissimo direttore, si è inventato la Repubblica, un capolavoro inimitabile: bisogna onestamente dargli atto di essere un fuoriclasse benché personalmente non ne abbia mai condiviso un articolo. Quanto alle sue previsioni riguardanti il futuro, non ne ha mai azzeccata una. Quello dell'indovino non è di sicuro il suo mestiere.

 

 

 

Trovo corretto che i successori (ti sei dimenticato Verdelli) gli concedano la domenica il palco d'onore, l'articolo di fondo. Il rispetto per un mostro sacro del giornalismo è un atto dovuto. Ed è giusto tollerare che le sue supposte profezie probabilmente errate, come sempre, siano oggetto di discussioni. Nel caso di specie non penso affatto che Romano Prodi, dato da Eugenio quale prossimo capo sello Stato, sia troppo vecchio per diventare tutore della Costituzione. Conta l'età biologica e non quella anagrafica. Meglio un anziano intelligente che un giovane coglione. E Mortadella ha un cervello funzionante, e lo dico oggi sebbene in passato lo abbia criticato. Non dimentichiamo che Romano è stato l'unico a battere due volte Berlusconi, operazione complicata. Se poi Silvio fosse nominato senatore a vita si tratterebbe di una riparazione dovuta, un gesto nobile apprezzato da chiunque non abbia le fette di salame sugli occhi. E veniamo a Mario Draghi, giudicato da Scalfari degno presidente del Consiglio. L'ex capo della Bce è indubbiamente persona capace e idonea a governare, tuttavia vorrei sapere da quale maggioranza potrebbe essere sostenuto. Ad occhio nudo non la vedo. E per gestire un esecutivo non è sufficiente essere autorevoli, occorre l'appoggio del 51 per cento dei parlamentari. Non mi sembra sia disponibile una simile quantità di onorevoli. Bisognerebbe fare una verifica mediante nuove elezioni, attualmente improbabili poiché in estate e anche in autunno non si è mai votato per ragioni di opportunità. Ogni altro discorso è inutile, i diversivi alimentano le chiacchiere da bar e non incidono nella realtà. D'Alema e Renzi sono stati autori di suicidi, aiutati nei loro insani gesti dalle circostanze. Sono persuaso che un vero cambiamento nella politichetta dilettantesca italiana non sia imminente. E se il nostro vituperato Paese si risolleverà non sarà grazie ai partiti ma nonostante la loro turpe esistenza. Spero che Dio ce la mandi buona, però debbo ammettere di non credere neppure in lui. Figurati in Scalfari. 

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