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Sesso e psico-setta a Novara, il sospetto di Renato Farina: "Riduzione in schiavitù?", un quadro agghiacciante

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Renato Farina
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Non è una storia boccaccesca, ma è un baccanale di infinita tristezza. Gli spezzoni di filmati diffusi dalla Questura di Novara mostrano signore cinte di stracci colorati che, a torso nudo, si agitano con mosse coordinate come nel ballo del qua qua. I dati di cronaca forniti dagli inquirenti dicono che: 1. Da trent' anni un guru che si faceva chiamare "Dottore" oppure "Lui" ha costituito con base in provincia di Novara una "psico-setta" a base di sesso a gogo. Da qui il nome del fascicolo trasmesso alla Procura: Dioniso. Da sempre i riti misteri pagani hanno um fondamento orgiastico. 2. Questa setta avrebbe con il tempo acquisito una vastità e una "potenza" enormi. Il problema non è il sesso, perché non è reato, purché sia praticato da adulti consenzienti, i quali sono liberi di attribuirvi significati magici e trascendentali. L'anziano tenutario - si scusi la parola poco sacerdotale - di questo bordello mistico si sarebbe impossessato delle sue prede in gran parte femminili non perché fascinoso o per la forza del suo messaggio religioso, ma attraverso pratiche schiavistiche.

Avrebbe cioè soggiogato le sue "bestie", così si chiamavano tra di loro adepti e adepte, abusando della loro fragilità psicologica. 3. I reati ipotizzati dalla Procura antimafia di Torino sono quelli di "associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù e alla commissione di numerosi e gravi abusi in ambito sessuale, anche in danno di minori". Il signor "Lui" si avvaleva per allargare la schiera dei proseliti di abili psicologhe, a loro volta inquadrate in una gerarchia ordinata, dal vertice alla base, come in una piramide.

 

 

 

A PIEDE LIBERO
Alcune osservazioni. La prima è di sorpresa. Perché non solo i 25 alti sacerdoti, ma persino il boss di questa organizzazione famelica di copule di fanciulline, se la sono cavata con una denuncia a piede libero? Questa gente se schiavizza le bambine, e le conduce nel sacro scannatoio dello stupro, come può essere lasciata libera di ripetere questi delitti perversi? Se davvero questa setta è ormai un cancro che in trent' anni ha cosparso di metastasi Piemonte e Lombardia, e tiene sotto il proprio potere presumibilmente con il ricatto persone indifese, perché questo trattamento? Il garantismo è per noi un principio sul quale ci piacerebbe fondare una setta. Ma se esiste - come è stato comunicato alla stampa - una pericolosità sociale così antica e accalorata da due anni di indagine della Dda, ci sorge il dubbio che i profili di questa indagine siano stati gonfiati mediaticamente. Trovandoci davanti a reati così gravi, qual è certamente il costituire un'associazione segreta per l'abuso sessuale di minori e la riduzione di bambine in schiavitù onde scambiarsele come agnelli sacrificali in riti orgiastici, il senso comune e una minima percezione della giustizia indicherebbe che andrebbero trattati come i boss di Cosa nostra o della 'Ndrangheta fermati a favore di telecamera e spediti al 41 bis.

LA POSSIBILITÀ DI DIRE NO
Abbiamo un vago sospetto: che sulla "riduzione in schiavitù" e sui conseguenti stupri di minori ci siano indizi fragili, e che riguardo al coinvolgimento di donne adulte (quali paiono essere le signore danzanti seminude) sia ancora tutta da provare la costrizione. Esiste infatti la libertà, la possibilità di dire sì o no. E se uno risponde sì a una proposta sessuale perversa magari condita di magie paganeggianti, è una vittima di sé stesso. Del resto da sempre c'è chi illude e promette felicità eterna e paradisi in terra. Che si fa? Si arresta Beppe Grillo, che si fa chiamare l'Elevato, per aver subornato milioni di idioti? Abbiamo però una speranza. È che gli inquirenti abbiano deciso di far esplodere questa bomba carta a favore di televisioni come qualche volta faceva Maigret nei romanzi di Simenon: allo scopo cioè di gettare nel panico e indurre a conseguenti errori fatali i burattinai della setta, oppure a dar coraggio a vittime prese al laccio quand'erano minorenni o ricattate per non essere svergognate in famiglia. Data l'enormità dei crimini ipotizzati, e il sottile confine, parlando di maggiorenni, che separa uno sciagurato assenso del tipo della Monaca di Monza dalla riduzione in schiavitù (il reato di plagio non c'è più nel codice), un poco di prudenza in più sarebbe stata necessaria. Evitiamo pertanto di trattare i "denunciati a piede libero" come dei mostri in libertà. Altrimenti sarebbero stati legalmente messi in condizione di non nuocere.

 

 

LIBERTÀ RELIGIOSA
C'è un'ulteriore e delicata questione. La lotta giudiziaria contro il fenomeno delle sette rischia di ledere il principio di libertà religiosa o comunque di associazione. Di esempi ce n'è tanti. I Testimoni di Geova, ritenuti una congrega reazionaria, sono stati messi al bando a Cuba da Fidel Castro, nel mentre esaltava i teologi della liberazione perché gli davano ragione. Le associazioni teosofiche e le chiese battiste sono state sradicate e trasferite da Stalin nei Gulag. Anche oggi La Cina comunista perseguita in quanto setta nemica del popolo i Falun Gong, accusati altamente di bestialità; e sempre lì la Chiesa cattolica clandestina vanta ancora vescovi e fedeli in carcere e nei campi di lavoro forzato. Non esiste, non può esistere in un Paese libero il reato di setta. Neanche quello di setta psico-sessuale. P.S. Una confessione personale. Il credo dionisiaco e le conseguenti pratiche di questa setta sono quanto di più lontano possa esserci dalla mia idea di vita e di sesso (che si somigliano). Ma il disgusto etico ed estetico, la certezza che si tratti di una turlupinatura vile, non si può tradurre meccanicamente - salvo, ripeto, la prova di violenze - in affare penale.

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