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Immigrazione, Vittorio Feltri a Gherardo Colombo: "Se recuperi dalle onde uno sfigato che affoga te lo porti a casa"

Vittorio Feltri
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Leggo sui giornali di proprietà di industriali attacchi furibondi a Matteo Salvini ormai destinato a essere processato per aver frenato la invasione selvaggia dei migranti. Non ne sono stupito. La Lega sta sulle scatole ai signori e ai loro ubbidienti camerieri. Vorrei però segnalare ai nostri lettori (fessi non sono) che l'ex capo dell'Interno faceva parte del Consiglio dei ministri presieduto da Giuseppe Conte. Si dà il caso che le decisioni del governo fossero e siano collegiali, quindi approvate dall'organo stesso e non prese dai singoli responsabili dei dicasteri. Se non fosse così non avrebbe senso l'esistenza del citato Consiglio. Ogni ministro sarebbe padrone del proprio gabinetto e ne risponderebbe personalmente. Pertanto Salvini, ammesso avesse sbagliato, dovrebbe condividere l'errore anzitutto con Conte (altrimenti che ci sta a fare a Palazzo Chigi?) e colleghi vari, nessuno dei quali si era mai opposto alle maniere forti del cosiddetto Capitano.

Il quale pertanto non può essere considerato un capro espiatorio bensì uno della banda. O si giudica tutta la banda o nessuno. Mi sembra evidente. Nel merito della vicenda si può soltanto specificare che ogni Stato è obbligato a difendere i propri confini da ogni intrusione, altrimenti non è uno Stato ma un gruppo di sbandati in balia di chiunque entri in un territorio regolato da violate norme precise. Cosicché tacciare il condottiero di Alberto da Giussano di aver difeso le frontiere è una follia. È l'esecutivo nella sua interezza ad aver bloccato le navi stracolme di clandestini, i quali una volta sbarcati liberamente si sparpagliano nella penisola e usufruiscono delle nostre strutture sociali gratuite o, meglio, finanziate da noi con scarso entusiasmo. Il problema dell'immigrazione è vecchio come il mondo e sarebbe velleitario pensare di azzerarlo, tuttavia le calate dei barbari vanno contrastate se non desideriamo essere inghiottiti dagli stranieri.

 

 

Invece in questo Paese stravagante c'è addirittura un ex valente magistrato, Colombo, il quale, mediante una nave, sta organizzando il salvataggio in mare di extracomunitari in procinto di annegare. Nobile impresa umanitaria, però privata, e come tale va condotta con mezzi appunto propri. Ossia, se tu recuperi tra le onde uno sfigato che si accinge ad affogare, poi lo devi portare a casa tua, non addossare alla collettività il suo mantenimento. Come diceva il povero Stefano Ricucci, non è lecito fare i froci col culo degli altri. Caro Colombo, capita perfino a me di compiere beneficenza senza peraltro sbandierarlo ai quattro venti, ma soprattutto uso i soldi miei, non quelli della comunità. Conduci a riva chi ti pare ma evita di far pagare ai connazionali il conto delle tue buone azioni. Prima di chiudere il pistolotto, una semplice osservazione. Se uno casca in acqua accidentalmente sono il primo a tuffarmi per impedirgli di morire, se invece si avventura tra i flutti sapendo che poi qualcuno lo tirerà fuori dai guai le cose cambiano. Si arrangi, eviti di sfidare la sorte e non avrà bisogno di soccorso. 

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