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Matteo Salvini e il coronavirus, Becchi: "Con il decreto mascherine vogliono impedirgli i comizi, il centrodestra può andare in tribunale"

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Il sospetto di Matteo Salvini è che con la "scusa" dell'emergenza sanitaria del coronavirus Pd e M5s possano pensare di rinviare anche le elezioni regionali del 20 e 21 settembre. Secondo Paolo Becchi e Giuseppe Palma, di sicuro l'obbligo di mascherina dalle 18 all'alba imposto dal Decreto Speranza di domenica scorsa rischia di condizionare tutta la campagna elettorale. L'editorialista di Libero affronta il tema con un lungo articolo sul sito Formiche.net, criticando le "limitazioni della libertà personale in assenza di emergenza", non costituendo l'aumento di contagi una condizione sufficiente a fronte di una situazione ospedaliera totalmente sotto controllo. Il ricorso al Tar presentato dall'associazione dei gestori delle discoteche, secondo Becchi, ha ottime possibilità di venire accolto. Ma c'è dell'altro. 

 

 

 

"L'obbligo della mascherina all'aperto dalle 18 alle 6 è valido, per il momento, fino al 7 settembre, ma nulla vieta al ministro di prorogarlo fino al 15 settembre, giorno in cui ha termine la bassa stagione estiva", scrive Becchi. In piena campagna elettorale per le regionali e per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari del 20 e 21 settembre, dunque. "L'obiettivo del governo è chiaro: impedire o rendere molto difficile a Salvini di fare comizi elettorali nelle piazze". In questo caso, avverte Becchi, se il centrodestra perdesse le elezioni "potrebbe chiedere all'ufficio competente in materia elettorale della Corte di Cassazione di invalidare i risultati in quanto gravemente inficiati da uno degli elementi essenziali della competizione: aver impedito una normale e ordinaria campagna elettorale, in aperta lesione del principio democratico". "Insomma - concludono Becchi e Palma -, chi volete che vada ai comizi elettorali con la mascherina? Ovviamente in pochi, e ciò costituisce una grave limitazione della democrazia ad esclusivo vantaggio di una sola parte politica: i giallo-rossi alle regionali e i sostenitori del Sì al referendum costituzionale".
 

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