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Vittorio Feltri su Marco Travaglio: "Ha ragione il Caz*** quotidiano, vi spiego una cosa sull'odio politico"

Vittorio Feltri
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Ha ragione Daniela Ranieri che ieri sul Cazzaro Quotidiano scrive un brillante articolo contro il presidente di Confindustria, Bonomi, accusandolo di una pretesa assurda: essere amato da tutti. È noto che i padroni, cioè i ricchi, sono detestati dai poveri e perfino da una parte (bassa) del ceto medio. I contrasti fra le classi non hanno una data di inizio: sono sempre avvenuti talvolta in forma cruenta. Ciononostante gli imprenditori insistono nel tentativo di essere benvoluti. Illusione.

L'unico odio persistente e intramontabile è quello sociale. La gente normale osserva i comportamenti dei signori e rosica, vorrebbe essere come loro ma il reddito non glielo consente. Per cui l'attrito tra i due gruppi, lungi dall'attenuarsi, si inasprisce continuamente. Poi c'è una massa di indifferenti che pur invidiando gli abbienti è rassegnata a recitare un ruolo subalterno, subisce i padroni con santa pazienza. In politica le carte si mescolano. Non manca chi pur detestando gli industriali, ha stravotato Berlusconi nella speranza che questi irradiasse un po' del proprio benessere sul popolo. Figuriamoci. Quando la scena era dominata dalla Democrazia Cristiana parecchi commentatori erano stupiti dal fatto che un partito simile, gelatinoso e legato alla Chiesa, potesse prevalere ad ogni elezione. In realtà il fenomeno era facilmente comprensibile: l'avversario dello Scudo Crociato era il Pci, un coacervo di persone inaffidabili, legate addirittura alla Unione Sovietica, del quale era impegnativo fidarsi. Meglio i baciapile.

Nel tempo l'Italia è mutata, ma non completamente. Cosicché nel 2018 abbiamo assistito al trionfo del Movimento 5 Stelle, che ottenne il 33 per cento dei consensi, diventando la prima forza nazionale, pur essendo stata fondata sulla base di uno slogan burino al massimo: vaffanculo, abbastanza misero sul piano ideologico. I grillini governano da due anni e stando ai sondaggi hanno già perso il 50 per cento dei voti probabili. Ci sarà un perché. Se è arduo amare, come osserva Daniela Ranieri, il pescecane Bonomi, lo è altrettanto stimare il ministro sotto vuoto spinto Di Maio, passato alla storia, anzi alla barzelletta, però non all'esame di grammatica, visto che litiga con i congiuntivi quanto il premier Conte, quello che dice vadino anziché vadano.

Quindi è un gioco da ragazzi capire le ragioni per cui i cittadini se non hanno affetto per il confindustriale, ne hanno ancor meno per personaggi quali Gigino, Crimi, Toninelli e relativa banda di parvenu. Il Cazzaro Quotidiano fa bene a reggere la coda ai citati dilettanti, i problemi editoriali sono più importanti della logica e della politica. Ma la cara Ranieri non si stupisca se Il Sole 24 Ore arranca come ogni quotidiano. Se non c'è più trippa per gatti, non ci sono più lettori in abbondanza nemmeno per i giornali, e sono pochi anche quelli del foglio pentastellato.

 

 

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