Assassino di Acerra

Vittorio Feltri sulla morte di Maria Paola Gaglione: "Non c'è mai pace tra gli stupidi contro i trans"

Vittorio Feltri

A volte un oscuro episodio di cronaca nera conta di più rispetto ad un trattato sociologico al fine di capire in che Paese viviamo. Quello che è successo nei dintorni di Acerra (Napoli) tra venerdì e sabato è assai istruttivo. Riassumo il fatto. Una ragazza, Maria Paola, si innamora di una donna che è diventata uomo, una o un trans. Le due persone si frequentano stabilmente da un paio d'anni. Chi ragiona in modo normale dice: «Affari loro, ciascuno in campo sentimentale e sessuale si comporta come gli pare». Io in particolare non ho nulla contro le lesbiche considerato che, oltretutto, hanno i miei stessi gusti.

 

 

Tuttavia il fratello adulto (sposato) di Maria Paola, Michele, non tollera che la sorella abbia una relazione con il trans, Ciro, e desidera darle una lezione affinché la smetta di avere un rapporto col suddetto. Il giovanotto è talmente arrabbiato con la familiare che decide di inseguirla in moto mentre questa su uno scooter percorre una strada asfaltata, sul sedile posteriore del quale è seduto Ciro. La raggiunge e la sperona facendola cadere e ruzzolare. Ella si ferisce alla gola e in pochi istanti muore. Non pago si accanisce sul trans e lo riempie di botte. Ovviamente Michele finisce in carcere. In un primo momento l'accusa è di omicidio preterintenzionale, vedremo se si trasformerà in omicidio volontario.

Intanto prendiamo atto che si tratta di un delitto tra i più odiosi. Ci domandiamo che cosa importasse all'assassino se la sorella si fosse innamorata in origine del suo stesso sesso. Non erano affari suoi, doveva sapere che ciascuno, congiunti inclusi, ha il diritto di scegliersi il partner che più gli aggrada. Ma in questo caso almeno subentra un problema di mentalità. C'è in giro ancora gente, come Michele, la quale pensa che un parente debba sottostare a regole familiari antiquate, che non ammettono né l'omosessualità né la transessualità.

Maria Paola, secondo costui, doveva subire una punizione destinata a farle cambiare tendenza. Assurdo. Tamponare lo scooter della ragazza è stato un atto di tale violenza che non può essere giustificato nemmeno dal più squallido moralismo. La povera signorina ci ha rimesso le penne, Ciro si è preso dei cazzotti ed ha perso la fanciulla con la quale divideva l'esistenza e ora Michele marcirà in carcere. Il tutto perché Maria Paola amava un individuo che egli disapprovava. Siamo alla follia. Per combattere la quale non basta una nuova legge, bensì servono i vecchi manicomi.