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Vittorio Feltri sul referendum: un voto zoppo per un Paese che non cammina

Vittorio Feltri
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Le votazioni di oggi e lunedì sono talmente balorde che hanno fatto rimbambire anche me. Ieri nel mio fondo ho scritto, causa un lapsus, che il Senato andrebbe abolito poiché è la fotocopia di Palazzo Madama, mentre avrei dovuto scrivere fotocopia di Montecitorio. Mi scuso con i lettori pur reclamando una attenuante: questo assurdo referendum fa perdere la testa. Coloro che sono favorevoli al sì hanno torto, ma coloro che sono favorevoli al no non hanno ragione. Ridurre il numero dei parlamentari può piacere ai nemici della casta, tuttavia dispiace a chi, politico, rischia di perdere il seggio in Parlamento che comporta una discreta retribuzione.

 

 

Alla gente normale, invece, che vive del proprio duro lavoro, non importa nulla se l'onorevole tal dei tali dovrà lasciare i velluti dell'aula per tornare in ufficio, ammesso che ne trovi uno che lo accolga con tanto di ministipendio. Ecco la ragione per cui penso che lunedì sera, a spoglio ultimato, verificheremo che i tagliatori di teste avranno prevalso. Alzi la mano chi desidera difendere la folla dei cosiddetti rappresentanti del popolo. Le votazioni odierne avvengono peraltro in clima di tensione non solo per motivi politici. Una parte importante è recitata dal Covid che non ha ancora smesso di terrorizzare i cittadini, al punto che il ministero dell'Interno è in difficoltà a reclutare una quantità sufficiente di presidenti di seggio, che in tempo di salute pubblica si offrivano volontari per guadagnare quattro soldi.

La paura dell'infezione ora supera il desiderio di arrotondare. La potenza del virus sarà pure diminuita, come dicono i clinici più autorevoli, però la stragrande maggioranza delle persone si tiene alla larga dai luoghi affollati dove il contagio costituisce un problema. Non sarà agevole per il Viminale tappare i buchi nell'organico di scrutatori e similari. Quindi sarà una elezione zoppa anche nelle regioni che devono rinnovare l'amministrazione. Chiudersi in una cabina allo scopo di scegliere chi è degno di diventare governatore non credo sia un esercizio piacevole se esiste la minaccia di essere infettati. Vedremo già domani sera quale sarà l'affluenza. Non sono pessimista per vocazione, purtroppo è la realtà a essere pessima e io mi adeguo. Buon voto a tutti, perfino a chi non voterà.

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