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Vittorio Feltri, i controsensi del Dpcm: "Venti politici ammassati in CdM, ma in casa non si deve andare oltre le sei persone"

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Il nuovo Dpcm firmato da Giuseppe Conte ha dato il là a diverse polemiche per l’introduzione di restrizioni e di “forti raccomandazioni” sui comportamenti da tenere nella sfera privata. Il passaggio più controverso è quello che impone ai cittadini di non invitare più di sei persone non conviventi a casa: a peggiorare le cose ci ha pensato il ministro Roberto Speranza che ha “consigliato” ai vicini di denunciare comportamenti non in linea con il Dpcm. C’è chi già parla di Stato di polizia, mentre Vittorio Feltri pone un altro tipo di interrogativo: “A Palazzo Chigi in consiglio dei ministri sono in venti a soffiarsi addosso. Ammalarsi è un privilegio dei politici?”. Una obiezione assolutamente legittima, quella del direttore di Libero, che non fa altro che alimentare la convinzione in chi crede che questo governo con le nuove misure anti Covid stia cercando di scaricare tutte le responsabilità sui cittadini per coprire gli errori e i ritardi commessi in questi mesi. Ad una certa narrativa filo-governativa fa comodo parlare di movida, contagi familiari e quant’altro: la verità è che la gestione politica del coronavirus è stata pessima negli ultimi mesi e l’Italia è arrivata impreparata alla seconda ondata, altrimenti non avrebbe avuto bisogno di un Dpcm così stringente. 

 

 

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