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Camera, l'unico ristorante aperto dopo le 18. La denuncia di Fratelli d'Italia: subito chiuso

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 Tutti i ristoranti sono obbligati a chiudere alle ore 18. Tranne uno. Quello di Montecitorio. Si tratta della mensa che è al piano Aula. Tre saloni, un centinaio di coperti, dove abitualmente i deputati si danno il turno ordinando à la carte. In tempi di Covid era stato chiuso e trasformato in un punto di ristoro da asporto. Ieri pomeriggio, però, la "gradita" sorpresa. Gli onorevoli hanno ricevuto un messaggino sul telefono che ne annunciava la riapertura serale. Dal lunedì al giovedì. Nella fascia oraria dalle 19 alle 21. Funzionamento a scartamento ridotto, per ragioni di distanziamento, con soli quaranta coperti. Ricapitolando: il governo chiude tutti i ristoranti, obbligandoli a tirare giù la serranda alle 18 e costringendoli a rinunciare all'incasso della cena. Alla stessa ora, invece, alla Camera dei deputati si apparecchia per la clientela eletta. Possibile? Sì. A quanto pare gli onorevoli si sono lamentati: con le trattorie del circondario tutte chiuse, a fine lavori, dove devono andare a cenare? Sono problemi seri. Chiamare Deliveroo per un pasto a domicilio? Troppa fatica. Mangiare in hotel o a casa: troppo noioso. Allora - come riferisce l'Adnkronos - i rappresentanti del popolo hanno pensato bene di regalarsi questo piccolo privilegio.

Proprio i grillini, poi, che a Montecitorio esprimono il presidente. Dovevano aprire il Palazzo come una scatola di tonno, dicevano. Ma dentro ci hanno trovato la tartare. Ed è piaciuta evidentemente. Ma è andata male. Perché, ricevuto il messaggio, quelli di Fratelli d'Italia sono insorti, costringendo il presidente Roberto Fico a richiudere il ristorante mentre il personale apparecchiava i tavoli. «Io non ci vado finché non riaprono tutti i bar e ristoranti», ha annunciato il deputato di Fdi Ciro Maschio, «non è giusto che la maggioranza rossogialla apra fino alle 21 mentre fa chiudere tutti alle 18, ammettendo implicitamente che la chiusura a quell'ora è una fesseria autentica». «Io e i miei colleghi non abbiamo potuto credere ai nostri occhi», ha commentato la meloniana Augusta Montaruli, «mentre i ristoratori devono chiudere alle 18 e alcuni di noi fanno lo sciopero della fame per pretendere che Conte venga a confrontarsi in Parlamento sul Dpcm tombale per intere categorie, arriva un messaggio dalla Camera che annuncia l'apertura serale del ristorante interno. Mi sembrano degli alieni». Anche Walter Rizzetto, FdI ex M5s, si è arrabbiato: «Se questo ristorante riapre allora vanno tenuti aperti anche tutti gli altri ristoranti».

 

 

 

Intanto, prima dell'intervento di Fico, la notizia è iniziata a girare, indignando gli addetti ai lavori. «Lo Stato non ha mai fatto parte dell'Italia», ha detto lo chef Gianfranco Vissani, commentando la notizia dell'apertura dalle 19 fino alle 21 dei locali della ristorazione al piano Aula. «È un capitolo a sé la gente muore di fame in questo paese, siamo tutti in ginocchio con l'obbligo di lavorare. E vorrei ricordare a tutti, governo compreso, che nel mondo della ristorazione ci sono soprattutto persone che hanno lasciato professioni come medico, ingegnere o altro per dedicarsi alla cucina e sono in ginocchio». La riapertura del ristorante alla Camera? «E un fatto grave: li denunceremo per abuso di atti d'ufficio, perché si sono qualificati ancora una volta come cittadini diversi da tutti gli altri italiani, che invece sono costretti a mangiare a casa la sera», ha dichiarato il presidente del Codacons Carlo Rienzi. «Strano», ha commentato ironicamente Luciano Luzzi, titolare della storica trattoria romana del Celio Luzzi, «certo causa tanto amaro in bocca. Però se riesco a prenotare

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