Proposta respinta

Giovanni Toti, Renato Farina durissimo: "Vecchi chiusi nell'armadio, un peso da eliminare. Razzismo anagrafico"

 Divieto di uscire di casa per chi ha compiuto settant' anni. Salvo, s' intende, che si indossi l'abito di legno della cassa da morto, purché - ovvio - sia ben sigillata. La proposta è stata formulata al governo e al comitato tecnico dai sindaci e presidenti di Regione. Forse è per questo che Sergio Mattarella è corso ieri nel Bresciano, per godersi un'ora d'aria prima di essere sepolto vivo sotto gli arazzi del Quirinale. Sono stati - suggeriscono le indiscrezioni - i sindaci e i presidenti di Regione, capitanati da Giovanni Toti, governatore della Liguria a fornire questa proposta al governo, dimostrando così che il brevetto dell'idiozia non è un'esclusiva di Conte & Associati. Insomma vogliono chiudere gli anziani nell'armadio, e magari buttando via la chiave, per evitare che si creino manipoli di Brigate grige pronte a seminare il terrore con la loro presenza malsana nelle famose movide della terza età. Non stiamo inventando niente. Sono apparsi addirittura piccoli saggi apologetici di questa reclusione razziale. Come si sa, in guerra si deporta nei campi di concentramento chi ha sangue nelle vene o ascendenze culturali che lo facciano ritenere quinta colonna del nemico. Si vede che i vecchi sono ritenuti amici del giaguaro, che si fingono parenti o addirittura amorevoli nonnetti, ma in realtà ordiscono la rovina dei giovani. I turchi deportarono gli armeni, Stalin lo fece con i tedeschi del Volga, naturalmente «per proteggerli dal linciaggio».

 

 

 

Lo fecero anche gli americani con i giapponesi dopo Pearl Harbor. La stiamo buttando sul grottesco, ma non è che la cosa faccia ridere. Non sono idee bizzarre. Sono l'esplicitazione magari goffa di sentimenti sempre più pervasivi. Il decremento demografico e l'aumento dell'aspettiva di vita ha spinto economisti e futurologi a considerare l'aumento percentuale di donne e uomini ultra sessantacinquenni come la crescita di un cancro. Noi italiani siamo secondi dopo i giapponesi in questa graduatoria. Mentre però a Tokyo e Osaka gli anziani sono oggetto di reverenza, ed infatti si tengono in famiglia e nelle eventuali case di riposo sono trattati come anime e corpi preziosi, da noi appena si può li si sbatte via, meglio se infilati in strutture a basso costo e alti maltrattamenti. La deplorevole trovata, ci spiace ma preferiamo la verità all'adulazione, è stata teorizzata da un governatore che stimiamo assai. Qualche volta Omero dorme. E ad Hamilton slitta la frizione. Succede che Toti (52 ann), reinterpretando in chiave Covid "Arsenico e vecchi merletti" ha diffuso questo tweet: «Per quanto ci addolori ogni singola vittima del Covid 19, dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate». L'espressione eufemistica, cioè ipocrita, è stata una sberla carogna sulla faccia di chi ha pagato le tasse tutta la vita per poi essere considerato «non indispensabile» come una rozza spompata da consegnare allo scortichino. Scarti, ruderi, cippi gloriosi da chincaglieria. Pensionati, che orrore, muriamoli! Così non intasano gli ospedali. Non era meglio allargare i reparti Covid? A febbraio c'era stata la proposta di selezionarli ai primi sintomi all'ingresso del pronto soccorso. Di non assegnar loro un respiratore per riservarlo a uno meno anziano in arrivo sulla prossima ambulanza. Lo si è fatto, eccome. Finché la faccenda è stata stroncata in quanto criminale dai giuristi: un abominio incostituzionale. Per altri più semplicemente una prova di decadenza azteca della civiltà. Certo, un signore di pelo bianco può, in assenza di alternative, decidere liberamente di scambiare il proprio salvagente con un malato di quarant' anni.

 

Essere consegnato alla morte per legge o per regolamento onde privilegiare un altro, è tutt' altra faccenda: è un sacrificio umano alla Dea della Giovinezza. O - se si vuole - una tentata strage di Stato. Stavolta ci si limita alla detenzione. Toti ha chiesto «scusa se ho offeso qualcuno» e ha spiegato di essere stato mal compreso, gli crediamo. Ma non si accorge che la Costituzione non consente simili discriminazioni per religione, colore della pelle e dei capelli (bianchi)? Non esistono arresti domiciliari per il reato di senilità. In realtà alcuni scienziati avevano proposto un altro tipo di apartheid. Stabilire bus, vagoni, ristoranti e bar per i bianchi (i giovani) e altri per i negri (70enni e oltre). Senza mescolanze: essendo i primi tendenzialmente asintomatici, possono permettersi di ammalarsi con tanti begli assembramenti e su tram per acciughe, i fuori casta invece vanno messi al riparo dalle scorrerie anti-vecchi del ku-klux-klan. Dimenticando che peraltro già ci sono le mense degli ospizi per le «persone non indispensabili». A proposito: gli eminenti professori, su base statistica, hanno spiegato che sarebbe meglio anticipare la segregazione ai 50enni. Se così fosse, ciao Toti, stai fresco anche tu. Alt! Un conto è il diritto ad essere serviti: con la spesa a domicilio e il tampone in casa. E fin qui applaudiamo. Altra questione è incarcerarli «per il loro bene». Pensate siano una massa di rimbambiti che vagano come fantasmi per farsi contagiare e passare il Covid al prossimo? L'intenzione di Toti e dei vari governatori e sindaci siamo certi sia quella di dare in ostaggio a Conte e ai virologi i vecchi così da evitare il lockdown per tutti. Il male minore, insomma. Il classico fare i froci con il culo dei vecchi. Prima almeno chiedetegli se gradiscono tutta questa goduria.