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Gli Stati Generali promossi da Beppe Sala non interessano a nessuno

Enrico Paoli
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Walter Veltroni (sì proprio lui, Uolter) da sindaco di Roma scommise, in parte vincendo, sul processo d'internazionalizzazione della Capitale. Le notti bianche a tema, l'uso della toponomastica come medaglie al valore, furono i suoi strumenti di propaganda. Matteo Renzi,da primo cittadino di Firenze, ha investito molto, se non tutto, sulle Leopolde, non potendo usare il balconcino di Palazzo Vecchio (riecheggiando palazzo Venezia a Roma) e sul brand della città come calamita per gli investitori. 

Beppe Sala, attuale sindaco di Milano in cerca di futuro, non avendo ancora sciolto la riserva sulla sua ricandidatura, nell'era pre-Covid, aveva tentato, con buoni risultati, di prendere un po' dall'uno e dall'altro. Milano come la città più europea d'Italia. Milano come luogo d'inclusione e ascolto. Sulla falsariga di quel percorso ideale, tanto ideale ma poco reale, Sala aveva immaginato di giocare molto del suo percorso politico con il laboratorio «Fare Milano», una riflessione sul futuro della città. Pensatoi a porte chiuse, incontri aperti con esperti (nei giorni scorsi con Carlo Ratti, e Ada Colau, sindaco di Barcellona), riunioni nei luoghi iconici della città. 

Tutto via Web, ovviamente. «In un momento delicato per l'Europa, e per tutte le città del mondo, in cui i modelli di sviluppo e coesione sociale sono duramente messi alla prova, Il Sindaco, Giuseppe Sala, discute delle idee emerse nei tavoli di lavoro di Fare Milano con personalità internazionali», lo slogan trainante dell'operazione. Solo che questo laboratorio «Fare Milano» non traina nessuno. È una locomotiva senza carrozze. 

Pochi contatti, commenti ridotti, seguito scarso. L'effetto Covid domina Milano. È un po' come se un coperchio salva vivande fosse stato messo sopra la città. Sala sicuramente ne è consapevole, ma da ex manager quale è, non ha nel proprio bagaglio quella capacità di cambiare, passo tipica del politico di professione. E il laboratorio Fare Milano rischia di essere la sua gabbia dorata. Bella ma inutile. Oggi occorre solo fare. Anche con la f minuscola.

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