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Così l'Unione Europea fa morire di fame i nostri pescatori: dopo il danno del rapimento, la beffa

Antonio Rapisarda
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 Non una presa di posizione sui nostri diciotto pescatori, italiani e non, sequestrati da più di due mesi in Libia. E a breve potrebbe aggiungersi pure la beffa della riduzione del pescato imposta a tutti, per legge. Già, per i pescatori italiani lo schiaffo dell'Unione europea rischia di essere doppio. Da una parte, da Bruxelles, non si è mosso un muscolo per la vicenda che da settantatré giorni vede i marittimi siciliani sotto sequestro delle milizie del generale Haftar. E questo vale - come è stato denunciato più volte - sia per il grave rapimento, quanto per l'afonia delle istituzioni comunitarie sul mancato rispetto del diritto internazionale da parte dei Paesi extra-Ue che si affacciano sul Mare nostrum. Dall'altra, poi, la notizia che filtra dagli uffici della Commissione è di quelle che potrebbe assestare un colpo durissimo per le reti dei lavoratori nostrani. Nella bozza della Commissione infatti, dietro l'annuncio roboante di "Nuove opportunità di pesca per il Mediterraneo", si prevede un pacco clamoroso per l'Italia: la riduzione del 15% per la pesca nel Mediterraneo occidentale.

 

 

Lo scopo del provvedimento, sulla carta, è altamente etico: ricostituire lo stock ittico in sofferenza. Il punto è che senza pesca si potrà pure risollevare il morale dei pesci ma a quel punto a rischiare la fame saranno i pescatori. La reazione degli addetti ai lavori nei confronti del presunto sovrasfruttamento dei mari non si è fatta attendere. «Non abbiamo bisogno di ambientalisti da salotto, magari disposti a importare il pesce da Paesi abituati a sfruttare persone e mare - ha attaccato l'Aci pesca -. Abbiamo la necessità di sposare la via dell'equilbrio per tutelare ambiente e lavoro». A far di conto del danno economico è la Lega: «Nei fatti si tradurrebbe in una effettiva riduzione del 17% per la pesca a strascico di triglia, gambero, rosa, nasello e scampo». A denunciarlo sono gli europarlamentari della Commissione Pesca, Rosanna Conte, Massimo Casanova, Valentino Grant, Annalisa Tardino, nonché il deputato Lorenzo Viviani.

Con una misura così drastica, secondo il Carroccio «centinaia di imbarcazioni rischierebbero di non raggiungere la sostenibilità economica, meno di 170 giorni di giornate di pesca, con costi superiori ai ricavi: un duro colpo dall'Europa ai pescatori italiani, già pesantemente colpiti dalla crisi Covid, che si tradurrebbe in perdite economiche e posti di lavoro a rischio». La misura vale solo per i nostri pescatori? Ovviamente no: il Meditarraneo occidentale bagna pure Francia e Spagna. Bene, i partner europei stanno trattando una riduzione ridotta pari all'8%. E l'Italia? «Il governo tace, rendendosi complice di questa mazzata al settore» attaccano ancora gli europarlamentari leghisti convinti che «avanti di questo passo resterà ben poco da ridurre, perché per colpa dell'Ue non ci saranno più pescatori».

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