Ad alzo zero

Gianluigi Paragone contro il M5s: "Cani da guardia del loro conto in banca, vi svelo la loro truffa politica"

Fabio Rubini

«Il Movimento Cinquestelle è una truffa politica e vi spiego perché». L'accusa, pesante, è di Gianluigi Paragone deputato ex grillino, oggi leader di Italexit, «l'unico movimento politico che vuole davvero l'uscita dell'Italia dall'euro».

Paragone, nell'elencare le nefandezze dei pentastellati partiamo dalla fine, dal "caso Morra" e da quelle parole davvero inaccettabili su Jole Santelli e la sua malattia. L'ha fatta davvero grossa non crede?
«Le parole di Morra sono semplicemente offensive. Seguendo il suo ragionamento Gianroberto Casaleggio, che aveva un tumore al cervello, sarebbe stato inabile a gestire il Movimento Cinquestelle, e quindi non sarebbe nemmeno dovuto nascere. E questa è solo una delle cento contraddizioni di Morra».

 

 

Parla degli attacchi ai cittadini calabresi? Gli stessi che solo un paio d'anni prima avevano votato in massa M5S?
«Se lui in causa i cittadini in una specie di responsabilità oggettiva, allora che lui è corresponsabile di un governo che ha finito per difendere i Benetton, per difendere Profumo condannato per i bilanci di Montepaschi o Descalzi sotto inchiesta per le mazzette Eni. E poi Morra è un ipocrita anche quando attacca la Lega che ne chiede le dimissioni».

Perché?
«Perché finge di dimenticare che è diventato presidente della Commissione Antimafia proprio grazie ai voti della Lega. Il Carroccio gli fa schifo? Si dimetta dal suo incarico. E così facciano tutti quelli che, nel Movimento, hanno ottenuto una poltrona grazie all'alleanza con Salvini».

Seguendo il suo ragionamento, però, Morra è solo la punta dell'iceberg del problema grillino, corretto?
«Vogliamo parlare di Patuanelli? Come può rifarsi alla trasparenza predicata da M5S un ministro che incontra in segreto Castellucci, perno degli affari della famiglia Benetton? E la cosa più grave è che tutti noi siamo venuti a conoscenza di questi colloqui solo grazie alle intercettazioni. Almeno Di Maio l'aiuto ai Benetton per salvare Alitalia lo ha chiesto alla luce del sole. Non che abbia fatto una figura migliore, anzi direi che era proprio un contrsenso visto che chiedeva la revoca delel concessione autostradali, ma almeno non lo ha fatto di nascosto».

Anche sulla vicenda legata alla clausola salva Mediaset il ministro per lo sviluppo poteva fare meglio non crede?
«Ha semplicemente "mentito". Per togliersi dall'impiccio ha spiegato pubblicamente che quella clausola è stata "voluta dall'Europa". Poi però il ministro dell'Economia si è precipitato a chiamare l'ad di Vivendì, che minacciava una denuncia in sede europea contro l'Italia, per spiegargli che quella norma sarebbe solo temporanea».

Recentemente l'Europa ha condannato il nostro Paese per i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione. Anche qui Patuanelli ha più di una responsabilità...
«Anche questa vicenda è rivelatrice dell'incredibile ipocrisia dei grillini. Pensate solo che parte dei soldi per questi pagamenti sono stati usati per rimpinguare le casse del decreti ristori bis. Una scelta che le Pmi pagheranno carissima. Queste categorie sono state abbandonate dal governo. Dicono che vogliono salvare l'italianità delle imprese, ma in Francia hanno rinviato il black friday di Amazon per non fare concorrenza sleale ai piccoli commercianti; qui non hanno mosso un dito».

Una volta finita l'emergenza Covid, bisognerà fare i conti con la crisi economica.
«Servirà un giubileo fiscale, perché avanti di questo passo la situazione non potrà tenere ancora a lungo».

Onorevole, un altro esponente Cinquestelle che lei critica spesso è Roberto Fico. Recentemente il presidente della Camera è tornato a parlare di acqua pubblica...
«Sì, peccato che la legge sia bloccata proprio alla Camera che lui presiede. E che il Forum sull'acqua pubblica, stanco di aspettare, un anno fa abbia restituito la "stella" a Beppe Grillo. Del resto Fico è quello che appena eletto si faceva fotografare sul bus. Perché non ci andava con la pandemia in corsa a vedere la folla nelle ore di punta? Forse si è abituato alle auto blu. Come Patuanelli che vive al Mise e ha bloccato la mia battaglia sulle bollette di luce e gas. Forse perché lui a Roma non le paga? Per non dire del ministro Bonafede che non ha ancora chiarito del tutto la vicenda Nino Di Matteo. O della Azzolina che nega la trasparenza sugli atti del suo concorso».

Tutti questi episodi messi in fila a che conclusione portano?
«Che i Cinquestelle sono i cani da guardia del sistema, del loro conto in banca e delle loro pensioni future. Gente che ha completamente tradito gli ideali inziali del Movimento. Una vera truffa politica».

Chiudiamo con la sua Italexit. Pescherà voti dai delusi Cinquestelle?
«Sì. La gente non si farà più fregare dai grillini. Ormai da destra a sinistra sta crescendo il malcontento verso l'Europa. Quindi Italexit punta ad intercettare voti in maniera trasversale».