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Donald Trump, presidente da rimpiangere: perché lascia un'America di nuovo grande

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Andrea Morigi
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Sta per arrivare, in anticipo, un regalo di Natale salvavita anche agli ottanta milioni di statunitensi - sempre che le cifre corrispondano alla realtà dei voti legittimamente espressi nelle urne - che non hanno riconfermato Donald Trump. Come promesso dall'attuale amministrazione - ancora in carica fino al 20 gennaio - atterrano i primi aerei carichi di vaccini anti-Covid. La coincidenza autorizza a riflettere sull'atroce sospetto del presidente americano, che il 10 novembre si era chiesto se la Pfizer non avesse per caso atteso la conclusione delle operazioni di voto per annunciare che il siero era pronto. Benché i fondi pubblici per l'acquisto di centinaia di milioni di dosi li abbia stanziati lui, ora che la transizione è ormai calendarizzata e pacifica, si assiste a un'improvvisa accelerazione. In attesa del via libera della Food and Drug Administration (Fda) e degli enti regolatori internazionali, sono già iniziate le operazioni di trasporto nei vari centri di distribuzione del vaccino Pfizer per immunizzare la popolazione dal coronavirus. Se il 10 dicembre, come previsto, vi fosse l'approvazione, dall'11 potrebbero teoricamente iniziare le prime somministrazioni.

L'ORGANIZZAZIONE
A occuparsene, riporta il Wall Street Journal, è la United Airlines, con una serie di cargo che, a partire da venerdì, hanno iniziato a fare la spola tra l'O'Hare International Airport di Chicago e l'aeroporto internazionale di Bruxelles, mentre anche altre compagnie aeree si preparano a far decollare i propri jet. Secondo il quotidiano di New York City, Pfizer ha ampliato la capacità dei siti di distribuzione di Pleasant Prairie nel Wisconsin e di Karlsruhe, in Germania. È certamente anche per via dei successi ottenuti in breve tempo dai colossi farmaceutici Usa che il 24 novembre scorso a Wall Street l'indice Dow Jones Industrial Average ha raggiunto un record di oltre 30mila punti. Ma dietro quel dato, in tempi di emergenza sanitaria, rischia di scomparire la costante ascesa dei titoli tecnologici del Nasdaq e, non soltanto sulla loro scia, degli altri comparti più tradizionali, trainati anche dalla crescita dell'economia reale. È l'eredità di un quadriennio, al termine del quale si può ascrivere fra i meriti di Trump anche la stabilizzazione degli equilibri internazionali, coincisa con la sconfitta totale del Califfato in Siria e in Iraq e con la riduzione della minaccia atomica iraniana, attraverso l'eliminazione, il 3 gennaio scorso, di Qassem Suleimani, comandante delle forze al-Quds, le unità speciali dei Pasdaran, e l'appoggio a Israele, indicato come l'autore dell'uccisione, il 27 novembre a 70 chilometri da Teheran, di Mohsen Fakhrizadeh-Mahabadi, lo scienziato a capo del programma nucleare iraniano.

LA RIVOLUZIONE
Mentre si appresta a fare il suo ingresso alla Casa Bianca, Joe Biden, non potendosi attribuire né la ripresa economica né la soluzione della pandemia, tenterà di ribaltare, a partire dalla nomina nel suo staff della filopalestinese Reema Dodin, la posizione americana in Medio Oriente, come ai tempi delle Primavere arabe. In più il presidente - benché non ancora formalmente - eletto ha un debito da onorare nei confronti dei suoi azionisti di estrema sinistra. La modalità, indicata in un documento dei Democratici passa dalle latrine, con il ripristino delle linee guida dell'era Obama ispirate all'ideologia gender. Il cosiddetto traguardo da raggiungere è consentire ai transessuali di utilizzare bagni e spogliatoi ed entrare nelle squadre sportive sulla base della loro dichiarata identità di genere. A livello istituzionale si prospettano la nomina nel governo di persone Lgbt+, la cancellazione del divieto al servizio militare per i transgender, il divieto di discriminazione sul lavoro da parte dei contractor federali, con l'assegnazione di posizioni di alto livello a persone Lgbt+ nelle agenzie federali. Se occorrerà fingersi omosessuali per trovare lavoro, gli americani dovranno ringraziare Biden. Il suo partito si appresta poi a sostenere leggi per vietare le "terapie riparative" per i minorenni che soffrono di orientamento omosessuale non desiderato. In generale, incidendo negativamente sul morale (e la morale) degli americani, le misure previste ribalteranno azioni di Trump in difesa della libertà religiosa e della famiglia formata da un uomo e una donna, oggi più che mai oggetto di discriminazione.

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