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Patrimoniale, ecco chi sono i 5 milioni di italiani che verrebbero colpiti dalla proposta della sinistra

Giuliano Zulin
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Abbiamo capito tutto. Esploderà il debito pubblico e il conto lo pagheremo noi, attraverso una patrimoniale su risparmi e immobili posseduti. Nella maggioranza hanno mandato avanti Orfini (Pd) e Fratoianni (Leu), grandi amici dei clandestini e nemici degli italiani che lavorando sono riusciti a mettersi da parte qualcosa: super tassa annuale sopra i patrimoni oltre i 500mila euro. L'incasso previsto dall'emendamento alla manovra presentato dai due esponenti comunisti è di 18 miliardi. Una sberla mica da ridere.

Ieri nella maggioranza è iniziato il solito balletto: M5S e Italia Viva dicono no alla rapina, fonti del Pd sostengono che la proposta di Orfini non «impegna il gruppo». L'ex presidente dem allora ha risposto: «Apprezzo il solito coraggio del Pd quando utilizza la parola "fonti"». Già, se non stracci l'emendamento c'è da tremare: può succedere ancora di tutto in Parlamento, dove ci sono parecchi grillini (e non solo) che da tempo sognano l'esproprio proletario. Il viceministro Baretta, dem, ne aveva parlato pochi giorni fa, minacciando chiaramente i risparmiatori che tengono i soldi in banca. Speranza poi è sempre stato un nemico del denaro (degli altri ovviamente), ma è la stessa Ue o il Fondo monetario che premono da anni affinché l'Italia incrementi il peso fiscale sugli immobili e sulle ricchezze finanziarie.

E dire che esistono già le patrimoniali. L'Imu sulle seconde case non è altro che una patrimoniale, imposta da Mario Monti anni fa per colpire i proprietari colpevoli solo di possedere una villetta o un appartamento. Sui conti corrente c'è un'imposta di bollo fissa da 34 euro per i privati e da 100 per le aziende o partite Iva. Se poi un signore ha un conto titoli (basta avere un fondo d'investimento, un'obbligazione anche pubblica o un'azione) subisce invece un prelievo del 2 per mille. Nel caso in cui guadagnasse qualcosa, ecco arrivare una mazzata del 27%. E pensare che per arrivare a comprarsi una casa o a investire quattro soldi, il contribuente medio è tosato per bene da Irpef, Inps e Inail. Ma questo non interessa ai nostri governanti: creeranno in due anni circa 300 miliardi di nuovo debito.

 

 

La somma è semplice da fare: 108 miliardi vengono dal famoso "scostamento", votato ultimamente anche dal centrodestra, 24 sono già inseriti nella manovra 2021, circa 120 sono prestiti europei attraverso il Recovery fund, 20 miliardi sono già arrivati da Bruxelles con il "Sure" ovvero quattrini per pagare la cassa integrazione. Se non fa 300 esatti, ci andiamo molto vicino. Soldi che si aggiungono ai 2500 miliardi di debito pubblico preCovid. Chi li pagherà? Non volendo intervenire sugli sprechi della pubblica amministrazione, presentano il conto di questo disavanzo mostruoso agli italiani onesti. Già perché gli inquilini di Palazzo Chigi non vanno a riscuotere le cartelle esattoriali. Pensate che dal 2000 hanno lasciato per strada un arretrato di circa 900 miliardi di imposte o contributi. Non vanno a controllare le uscite della Pubblica amministrazione, la spending review è una barzelletta, l'evasione invece va a gonfie vele: ogni anno il ministero dell'Economia stila un rapporto sull'economia sommersa, ogni anno l'ammontare del presunto nero è sempre lo stesso, intorno ai 120 miliardi.

Al governo hanno pure provato a farsi cancellare il debito generato per l'emergenza Coronavirus. Al posto di ringraziare la Bce, che ha ridotto ai minimi termini il costo dell'interesse sui Btp, M5S e il presidente dell'Europarlamento Sassoli hanno tentato la furbata: respinti con perdite. Era nell'aria insomma la mazzata sugli italiani. Il problema è politico, ed è grave. I cittadini hanno patrimoni complessivi superiori ai 10mila miliardi. Se lo Stato non li trattasse da delinquenti evasori a prescindere e avesse dei progetti, sicuramente i contribuenti sarebbero disposti a fare la loro parte investendo sul futuro del Paese. Negli anni '80-'90 esisteva il popolo dei Bot, la gente comprava debito perché il Tesoro pagava bei interessi. Ora quelle cedole non esistono più e non esisteranno più, dato che l'inflazione è sparita, però il governo potrebbe emettere titoli legati a opere pubbliche, digitalizzazione, progetti industriali coinvolgendo (e remunerando) i privati. Perché non si fa? Semplice, i politici usano i soldi pubblici per scopi elettorali, tanto non sono loro. E punire alcuni milioni di italiani con la patrimoniale garantirà i voti di decine di milioni di elettori (un connazionale su due non versa un euro di Irpef, ricordiamolo sempre). La ricetta ideale per andare tutti in malora.

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