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L'Eredità, chi è davvero Massimo Cannoletta: “Il campione gentiluomo scoperto da Flavio Insinna”

Nicola Apollonio
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Com' è che cantava Nino Manfredi? «Basta 'a salute e un par de scarpe nove, poi girà tutto er monno». E lui, Massimo Cannoletta da Lecce, campione riconosciuto del quiz più longevo della televisione italiana, il mondo lo ha girato davvero, per due volte. Di salute, grazie a Dio, ne ha da vendere, e di scarpe nuove, con i 202.500 euro incassati con le 11 "ghigliottine" dell'Eredità, di problemi per un paio di scarpe nuove non ne avrà sicuramente, potrà metter su una bella fabbrichetta di mocassini e stivaletti. È simpatico. E anche intelligente. Gli piace giocare. Ma non con le carte da poker o in un corpo-a-corpo con le slot machine, nossignori.

 

 

Al salentino piace giocare sfornando salutari pani di cultura, gli piace fare sfoggio di tutte le curiosità che ha soddisfatto durante i tanti viaggi intorno al mondo. E gli piace partecipare ai programmi tv che aiutano a imparare. La storia, la geografia, l'arte, la musica. È bravo, il Cannoletta. E quel titolo da campione che gli ha affibbiato il comandante Flavio Insinna se lo merita proprio. S' intuisce lontano un miglio che gli piace sentirsi addosso quel calore che gli arriva da un pubblico vasto "vicino e lontano", come avrebbe detto il mai dimenticato Nunzio Filogamo. E ancora di più è contento - lo dice sottovoce - per aver fatto rimbalzare sui teleschermi di RaiUno per 30 giorni consecutivi la sua terra d'origine, il Salento con il suo barocco gentile, con le spiagge si sabbia bianca e soffice, con le distese di vigneti e il corollario degli ulivi scampati alla furia distruttiva della xylella fastidiosa. A volte basta davvero una minuzia per ritemprare lo spirito e risvegliare quel senso di appartenenza che le disavventure della vita spingono nel dimenticatoio. Basta una piccola maratona televisiva come quella di Massimo Cannoletta per aiutare a scacciare finanche certe paure che ti fanno stare col fiato sospeso.

Così, alla gente del Salento, ma pure ai tanti sparsi nella Penisola che da anni seguono la trasmissione pilotata da Flavio Insinna, è bastato poco negli ultimi trenta giorni per esorcizzare quel maledetto coronavirus cinese, ritrovando un momento di spensieratezza e un pizzico di serenità, in volto e nello spirito. E il merito è di quel giovanottone di 46 anni con lo sguardo da buono (ma anche da misurato furbacchione) e con la faccia seminascosta da una folta barba e da lunghi capelli neri come la pece che lo fanno somigliare ad un guerriero dell'antica Grecia. Che fa nella vita? Lui si definisce un divulgatore nel settore storico-artistico. Lo stesso giro del mondo gli è stato possibile grazie a un lavoro su una nave da crociera come responsabile, appunto, di un programma di divulgazione nel campo dell'arte, della storia e della musica. Parla tre o quattro lingue, ha una laurea in Scienze politiche.

L'altra sera, però, il campione ha avuto una battuta d'arresto. Alla sua trentunesima partecipazione in quest'edizione dell'Eredità, Massimo Cannoletta ha raggiunto ancora una volta il "triello", in compagnia di Tommaso, il capostazione di Gallipoli che però vive a Vetralla in provincia di Viterbo, e di Francesca, consulente in relazioni internazionali. Toccava al suo conterraneo rispondere alla domanda che gli avrebbe consentito di affrontare la "ghigliottina", ma gli è andata male, non ce l'ha fatta, così il gioco è passato nelle mani del decantato campione. Ma ecco che arriva il colpo di scena: «So qual è la risposta giusta, però stasera il 'triello' se lo merita lui, quindi gli rimando tutto indietro", ha detto a mezza voce allo sbalordito Insinna, che ha dovuto accontentarsi di una risposta volutamente sbagliata. Invece, come si dice?, tra i due litiganti il terzo gode, ed è stata appunto Francesca ad approfittarne, brava a dimezzare una sola volta e sperando di portarsi a casa l'ingente somma di 105mila euro scrivendo la parola "cuore". Che stavolta, però, non le ha portato fortuna poiché la parola vincente era "futura".

Tutto rimandato a ieri sera, dunque. Una campionessa fresca di titolo ch' era pronta a sfidare un campione leggermente ferito ma non per questo scoraggiato. Solo che Massimo ieri sera non c'era, e quell'assenza dall'arena del quiz più seguito in Italia ha mandato in tilt l'esercito dei suoi aficionados. Niente di tragico. Una sosta prevista dopo 11 volte di fila a rincorrere la fortuna che finora gli è stata buona amica. Salvo inconvenienti dell'ultima ora, il supercampione dovrebbe tornare stasera. Ma che nessuno provi ad entrare nella sua vita privata. Il suo meglio - simpatia e preparazione a parte - sta nel tenersi gelosamente custoditi i sentimenti con le inevitabili gioie e dolori. "La mia vita privata è soltanto mia". Chiusa in una specie di scrigno. Top secret. Meglio non tentarlo, si rischierebbe un immediato "grazie, arrivederci". Massimo Piace alla gente perché è un uomo semplice, un esempio di sobrietà imparata in famiglia, padre tecnico della vecchia Sip e madre, che non c'è più, casalinga. Un po' uomo e un po' bambino, con la voglia matta di tornare a casa per fare il presepe. «È la mia passione», dice.

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