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Giuseppe Conte, altro schiaffo agli italiani: "Gli unici che possono viaggiare a Capodanno"

Lorenzo Mottola
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Viene il sospetto che Giuseppe Conte sia a caccia di record: vuole vedere in quanto tempo è possibile polverizzare la popolarità di un governo che all'inizio della scorsa estate era arrivato ai suoi massimi livelli di gradimento. Secondo un sondaggio di qualche tempo fa, appena l'11% degli italiani avverte l'esigenza di cancellare i decreti Salvini, ovvero il pacchetto di norme che ha imposto la cosiddetta chiusura dei porti italiani alle Ong. Il nostro premier, però, aveva bisogno di tenere a bada la fronda boldriniana del Pd. Così la questione è finita in cima all'agenda di un esecutivo che nel frattempo è rimasto totalmente paralizzato dalle risse interne ai Cinquestelle e si è fatto travolgere dalla seconda ondata di Covid. Il risultato è paradossale: nelle stesse ore in cui Palazzo Chigi chiede agli italiani di tapparsi in casa per le feste - dopo aver assicurato che le chiusure di novembre servivano a garantire al Paese "un Natale tranquillo" - le leggi che avevano consentito di fermare i flussi dall'Africa vengono smantellate. O per dirla in un modo provocatorio, gli unici a poter viaggiare liberamente a Capodanno saranno i clandestini. Ieri infatti è ricominciato alla Camera il dibattito sul nuovo decreto sicurezza. Il centrodestra ha presentato più di 100 ordini del giorno per rallentare i lavori e ritardare l'inevitabile. Mercoledì si terrà il voto finale. Il contenuto della riforma lo abbiamo già descritto su Libero: il "pacchetto giallorosso" allarga di nuovo le maglie dell'accoglienza, introducendo il permesso di soggiorno per la protezione speciale (Salvini aveva eliminato la "protezione umanitaria"); amplia la convertibilità dei permessi di soggiorno rilasciati per altre ragioni in permessi di lavoro; crea il "Sistema di accoglienza e integrazione" e, soprattutto, allenta la stretta sulle Ong. Il decreto, infatti, cancella le multe per le navi che violano il divieto di ingresso, transito o sosta nelle acque territoriali italiane, ed elimina la confisca, nonché l'eventuale distruzione, dell'imbarcazione.

 

 

SBARCHI A PRIMAVERA
Il risultato di tutto ciò è scontato: è prevedibile che in primavera si assista a un nuovo picco di sbarchi sulle coste siciliane. E già nell'ultimo anno gli arrivi sono triplicati. Le Ong si stanno preparando, solo ieri due equipaggi hanno annunciato che torneranno in mare a febbraio. Anche se le cose sono un po' cambiate rispetto al passato. In realtà la famosa rotta libica per i migranti clandestini si è progressivamente prosciugata. Un fenomeno dovuto soprattutto agli accordi con il governo italiano, che da una parte dice di aprire ai profughi e dall'altra paga Tripoli per fermare le partenze intercettando i gommoni. Un esempio di rara ipocrisia. Gli scafisti, comunque, si sono rapidamente adattati e hanno iniziato a organizzare viaggi dalla Tunisia: altra nazione che da qualche tempo finanziamo per cercare di bloccare i viaggi della speranza, ma con molti meno soldi e meno successo. E infatti quasi il 40% degli stranieri che tentano la traversata è nato nella vecchia colonia francese. Non si tratta di uomini in fuga dalla guerra, quindi, ma di semplici clandestini. Persone che, se si volesse affrontare la questione in modo serio, dovrebbero essere respinte o incanalate verso vie legali per immigrare in Europa, invece di permettere che cerchino di raggiungere da irregolari la Sicilia rischiando la pelle in mare. Invece il nostro esecutivo insiste con politiche che incentivano il traffico di barconi, salvo poi indignarsi quando un'altra nave affonda.

PREMIER PREOCCUPATO
A proposito di coerenza, è interessante leggere anche quanto sostenuto ieri dal nostro presidente del Consiglio, ovvero che uno dei gravi pericoli di questa crisi è che «i cittadini europei guardino i migranti in maniera più conflittuale», come ha spiegato intervenendo a un convegno a Roma, «antagonizzandoli soprattutto nei paesi del Sud dell'Unione europea. Siamo davanti a una contrapposizione ingannevole acuita dalla pandemia». Certo il nostro premier è molto sensibile sul tema. Evidentemente doveva essere un omonimo il Giuseppe Conte che ha firmato i decreti che nei prossimi giorni la maggioranza si appresta a smantellare perché ritenuti lesivi della dignità umana etc. etc. Intanto ieri durante la discussione della riforma sulla sicurezza Montecitorio si è trasformato in un ring. I parlamentari della maggioranza si sono scagliati in particolare contro Giorgia Meloni. Il presidente Fdi ha chiesto ai grillini di spiegare la ragione per cui stanno cancellando un provvedimento che loro stessi hanno approvato tra gli applausi. «Dovreste risarcire gli italiani per il tempo che gli state facendo perdere», ha detto. Un appello accolto da insulti da parte dei banchi del Movimento Cinque Stelle.

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