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Angela Merkel è Maradona degli statisti: "Compriamola se vogliamo davvero salvare l'Italia", la provocazione

Foto:  Lapresse

Francesco Bertolini
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Maradona era un giocatore straordinario; da solo riusciva a far vincere squadre non particolarmente eccelse. L'Argentina prima e poi il Napoli, preso per mano e trasformato in una squadra vincente. Fu una operazione di mercato clamorosa per quegli anni 80 dell'edonismo socialista, dove l'Italia sembrava avviata a un futuro di ricchezza e in cui il debito era un fastidioso orpello che preoccupava solo i grigi burocrati della Banca d'Italia. Dopo pochi anni, era il 92, il debito entrò prepotentemente nelle teste e nella tasche degli italiani, con il prelievo forzoso del governo Amato. Da quegli anni l'Italia non ha fatto altro che perdere competitività; in un mondo che diventava globalizzato l'Italia rimaneva sempre indietro, con una classe politica sempre più improvvisata fino al disastro attuale.

E allora perché non fare come il Napoli degli anni 80; compriamoci la Merkel, questo paese non è in grado di governarsi da solo, compriamoci lo straniero, ma uno straniero bravo, in grado di governare senza la fila degli amici che bussano alla porta, uno straniero che ama l'Italia più degli italiani, uno straniero che ha governato bene nel suo Paese e che quindi potrebbe replicare quel modello anche qui. Sarebbe bello, ma purtroppo non è possibile, siamo in trappola di questa democrazia dei falliti, dei mediocri e dei fasulli, che, incapace di avere una benchè minima visione, ci ha portato a questo governo, che oggi, per gestire il Recovery Fund di una Europa troppo buona, ripropone il modello Colao ancora una volta, pensando che sei manager e trecento esperti possano essere l'alibi di un governo sgangherato e totalmente incapace.

DOMANDE SENZA RISPOSTE
Che fine abbia fatto il rapporto Colao non è dato sapere, cosi come non è dato sapere cosa sia uscito dagli stati generali; ovviamente il nulla, o nella migliore delle ipotesi le solite storielle trite e ritrite dell'inclusione sociale e dello sviluppo sostenibile, concetto quest' ultimo che nessuno ha mai declinato oltre le banalità. Mai un giornalista che abbia chiesto al politico di turno cosa sia lo sviluppo sostenibile, cosa intendono; niente, il giornalista fa domande preparate e il ministro/premier di turno recita la sua lezioncina. E adesso torna di moda la patrimoniale, per l'equità e per non lasciare indietro nessuno. Ma per far cosa? Per pagare 2700 navigator, inutili vessilli di un trofeo rivelatosi totalmente fallimentare come il reddito di cittadinanza? Per sostenere quota 100, e poi scandalizzarsi perché non ci sono medici? Per assumere altri 50mila precari della scuola? Per questo ci vuole la patrimoniale? Basta, non se può più! Questo Paese non è in grado di autogovernarsi; è giusto, anzi etico, come piace molto dire oggi, che, se un soggetto non è in grado di badare a se stesso, ci sia un amministratore di sostegno, qualcuno che eviti che tutti i risparmi vengano dilapidati. Ecco, datemi il mercato della politica, siamo ancora un paese ricco, compriamoci un fuoriclasse, che ci salvi dal baratro.

 

 

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