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Coronavirus, Pietro Senaldi: "Idrossiclorochina, perché siamo al cortocircuito sanitario-giudiziario"

Pietro Senaldi
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Il momento è arrivato, era inevitabile che accadesse. Per la serie siamo tutti scienziati, i giudici si sono espressi anche su quali farmaci si possono usare nella cura del Covid-19 e quali no. Non bastava il caos creato dai virologi nelle loro dispute tra cervelloni, ci si sono dovute mettere anche le toghe a confondere le idee alla gente. Nella fattispecie, il Consiglio di Stato ha stabilito che, purché prescritta dal medico, si può ricorrere all'idrossiclorochina, il medicinale antimalarico e antireumatico sponsorizzato per mesi da Trump e consigliato anche da Salvini. L'aspetto inquietante è che qualche settimana fa l'Ema, l'agenzia europea che a giorni dovrebbe dare il via libera all'uso del vaccino Prozac nei Paesi Ue, aveva vietato l'idrossiclorochina, giudicandola pericolosa.

 

 

Siamo arrivati al cortocircuito sanitario-giudiziaro-politico. Non possiamo vaccinarci perché attendiamo il via libera degli scienziati europei, mentre mezzo mondo, talvolta dotato di ricercatori che non hanno nulla da invidiare a quelli targati Ue, già lo fa. Quando finalmente ci arriverà il permesso però, un qualsiasi dottore in legge e non in medicina potrà fermare la profilassi nazionale accogliendo il ricorso di una casa farmaceutica, un malato, il parente di una vittima o chicchessia. A fronte di questo, non dobbiamo stupirci se siamo uno dei Paesi dove il virus ha fatto più vittime. La lotta a una pandemia richiede disciplina, chiarezza, ordine e unità di vedute. Noi manchiamo di tutte queste doti ma siamo ricchi di quelle opposte. Luminari a parte d'altronde, la gran parte degli italiani è favorevole o contraria all'idrossiclorochina non in base a conoscenze scientifiche bensì alla simpatia o antipatia verso Trump o Salvini.

Nel frattempo è in corso il braccio di ferro che vede da una parte il premier Conte e il ministro Speranza e dall'altra i presidenti regionali e i leader di partito su come e quanto chiudere a Natale e Capodanno e sulla possibilità dei cittadini di cambiare Comune per visitare i parenti. I governanti vogliono tenere strette le maglie, i politici che inseguono il consenso, propendono per allargarle. Il finale è già scritto. Conte è debole e cederà, ma lo farà di notte e all'ultimo momento, sperando di vanificare il rompete le righe. In ogni caso, si sarà costituito l'alibi nel caso, probabile, che a gennaio-febbraio arrivi la temuta terza ondata. In quel momento, l'uomo che sogna per sé i pieni poteri, punterà il dito contro gli italiani, come ha fatto quest' estate, ignorando le proprie responsabilità. Visto lo spettacolo di giudici, avvocati, politici, virologi, nani e ballerine che si fanno la lotta non solo in tv ma anche in tribunale, i cittadini comuni sembrano però davvero i più incolpevoli; e se disobbediscono, hanno ogni tipo di attenuante, ma forse addirittura anche l'esimente della legittima difesa.

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