Commento

Filippo Facci, la puntura del sospetto: "Il vaccino ancora non c'è e già arriva il mercato nero"

Filippo Facci

Se, se e se. Se si verificheranno una serie di se, l'Italia partirà con le prime vaccinazioni ai sanitari il 27 dicembre. Questo se, quindi, tutte le procedure di verifica sul vaccino Pfizer Biontech da parte di Ema e di Aifa saranno completate favorevolmente. Questo se, quindi, lo saranno nelle date previste, e se, di conseguenza, si saprà ovviare al problema che dei 293 punti di somministrazione, a ora, solo 222 sono dotati delle celle frigorifere adatte a ospitare il vaccino Pfizer. Tradotto: se i sette presidi ospedalieri mancanti (5 in Liguria, uno nel Lazio e uno in Puglia) troveranno una soluzione. La somma degli altri «se» porta a concludere che le vaccinazioni forse inizieranno il 27 dicembre, ma si concluderanno il 27 dicembre dell'anno prossimo.

 

 

Il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, parlando ieri coi giornalisti, ha commentato le prime polemiche legate alla distribuzione dei vaccini legione per regione: «È tanto difficile dire che la distribuzione avviene in maniera proporzionale alla popolazione residente?». Infatti è questo a spiegare perché in Lombardia ne saranno distribuiti quasi 305mila e in Valle d'Aosta 3.334: evidentemente non è chiaro. Mentre è chiara, chiarissima, una battuta di Vincenzo De Luca che ha tutta l'aria di non essere una battuta: «Ho l'impressione che si apra il mercato nero anche dei vaccini». Un'ipotesi legata non solo al riflesso di chi governa la regione che del mercato nero è regina: rovesciando il ragionamento, ossia, non è chiaro perché non debba andare come è già andata per mascherine, tamponi e test sierologici: ossia con l'amico dell'amico che ti procura prima ciò che dovresti avere dopo. Nel caso, un vaccino a cui seguirà congrua mancia.

È anche vero che l'aperitivo di Natale (il milione e 800mila dosi) sarà seguito da una prosecuzione della profilassi che sarà estremamente spalmata del tempo: bradipo Arcuri, il commissario straordinario per l'emergenza, ha parlato di terminare la campagna - con ottimismo - «entro l'autunno 2021»: ma calcolando la sua propensione alla puntualità, ecco che si giunge facilmente fine anno. Qualche esempio: Bradipo Arcuri ha emanato solo sei giorni fa (11 dicembre) il bando per assumere i 3.000 medici e 12.000 infermieri e assistenti sanitari (i «vaccinator») che dovranno sostenere la campagna nelle 1.500 strutture individuate, e con esso la gara per selezionare le agenzie con cui stipulare l'accordo per selezionare e gestire il personale. Si sta pensando di inserire il tutto in una modifica alla manovra di fine anno, «se» possibile. Già oggi è possibile candidarsi scrivendo al sito https://personalevaccini.invitalia.it, ma serve tempo lo stesso, anche perché, nel settore, il problema della carenza di personale era pregresso.

SOLO IL 90%
Ma fosse l'unico problema, l'unico «se». C'è la citata corsa per reperire i freezer, ma anche la ricerca di siringhe e diluenti. La partenza del 27 dicembre (se sarà il 27 dicembre) deve ancora infilarsi tra le forche caudine della riunione dell'Ema il 21 dicembre, dopodiché, «se» ci sarà il via libera, un paio di giorni dopo ci sarà la riunione dell'Aifa. Poi ci sono molte altre incognite, altri «se», come in parte è normale ma come d'altra parte non lo è per niente. Per esempio: verrà consegnato il 90 per cento delle dosi richieste dalle Regioni secondo l'assunto che non si vaccinerà il 100 per cento del personale sanitario: si dice che circa un 10 per cento si rifiuterà. Ma è solo una stima: se le cose fossero diverse? E se la percentuale che si rifiuterà fosse minore, o, come i più ritengono, maggiore? Ecco che, dai vari disavanzi, potrebbe nascere una sacca di mercato nero. Si mormora di campagne per far capire al personale sanitario che non si parla solo del loro interesse personale, ma che la loro categoria è pur sempre un primario veicolo d'infezione. Si parla addirittura di obbligatorietà del vaccino per i vari ordini medici e paramedici, di «obbligo morale».

IL NODO TRASPORTI
Poi ci sono gli aerei cargo per trasportare i vaccini, il che implica altro personale. I vari mostri della logistica si stanno organizzando: c'è da star dietro a una filiera di approvvigionamento e distribuzione che in tre mesi, da gennaio, dovrebbe distribuire 30 milioni di dosi: altro straordinario sforzo di coordinamento, che senza offendere nessuno non è ritenuto il principale pregio italiano. Siringhe: per ora ce n'è un terzo del necessario, ricordando che quelle per iniettare il vaccino Pfizer devono essere più performanti (ci sono 18 offerte farmaceutiche) e ci sono pure, senza addentrarsi, le offerte per i diluenti/solventi: roba da milioni di pezzi da recuperare per tempo. E poi i frigoriferi speciali per il vaccino Pfizer a -70 gradi: in Lombardia ci sono già due terzi di quelli necessari, e gli altri stanno arrivando, ma da altre regioni si hanno pochissime notizie. Insomma: in quella che sarà la più colossale operazione di profilassi della Storia non mancheranno spazi e intervalli perché si apra un mercato parallelo (nero) dove chi ha disponibilità economica possa ottenere prima e meglio. Niente di nuovo. Si parla, pur sempre, di aziende private che si avviano - anche - al più colossale affare farmaceutico della stessa Storia.