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Vaccino, Renato Farina: Italia superata anche da Oman e Polonia

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La graduatoria dei vaccinati in Italia ci colloca in fondo alla scala internazionale. Una classifica umiliante. Non registra i sentimenti degli altri verso di noi, non misura il carattere degli italiani, ma fornisce dati che certificano il malfunzionamento del governo e dell'apparato pubblico nel contrasto alla pandemia in Italia. Siamo feriti. Ma le bende scarseggiano, e manca anche qualsiasi certezza su quando a ciascuno toccherà la possibilità di essere curato. Perché altrove, va diversamente? Non è questione di orgoglio nazionale, o di rammarico per la figuraccia che compromette la nostra immagine. Al diavolo l'immagine, qui pesa la sostanza. 

Non si tratta di una competizione sportiva in cui è in gioco una medaglia per gli azzurri del calcio o per le fiorettiste della scherma: sui campi e sulle pedane, se si perde, poi c'è la rivincita. Il Covid non dà seconde chance. C'è in palio la pelle di tanta gente. A parte l'inefficienza documentata dalle cifre, a suscitare un minimo di sdegno dovrebbe essere la capacità di dissimulare e fingere soddisfazione da parte dei responsabili, siano essi i ministri Conte o Speranza, sia soprattutto il super-commissario Arcuri. 

I NUMERI
Il sito internazionale (https://ourworldindata.org/covid-vaccinations) che raccoglie i dati forniti ufficialmente da ciascun Paese - come emerge dalla tabella che pubblichiamo - ci vede dietro non solo il fenomenale Israele, dove è stato vaccinato l'11,5 per cento della popolazione (un milione su nove milioni di residenti), ci situa anche alle spalle di Bahrein (3,41%), Gran Bretagna (1,47), Stati Uniti (0,84), dopo la Cina e il Canada, e fin qui c'era da aspettarselo. Ma siamo sugli ultimi gradini anche in Europa. Certo, l'Ue ha le sue colpe per la lentezza della sua tecno-burocrazia nel dare un via libera ai vaccini che è scientificamente ovvio, ma politicamente graduato per tutelare interessi nazionalistici. Infatti, tra i 27 ci sono performance di nazioni che filano a velocità supersoniche rispetto alla nostra. La Danimarca è allo 0,51% di immunizzati in tre giorni, la Germania allo 0,2, la Croazia allo 0,19, il Portogallo allo 0,16, la Polonia è a 0,13. E noi?! Insomma, siamo dieci volte più lenti dei danesi, 4 dei tedeschi. Si tenga conto inoltre che questi dati si riferiscono, per i Paesi che abbiamo citato e che citeremo fra poco, al 30-31 dicembre o - in certi casi - addirittura al 22 dicembre, mentre il dato che riferiamo per l'Italia è quello di ieri. 

Il Capodanno è dappertutto, tranne che in Cina. La neve non è un'esclusiva della Val Padana. E allora? Il governo tende come sempre a rimbrottare le Regioni. Tipo Lombardia e Veneto. E questo è incredibile. La sanità di queste Regioni è tra le più efficienti d'Europa, rientrando l'ordinario nelle discipline sotto la loro giurisdizione. Ma la pandemia è affare primariamente del governo centrale e dei suoi organi. Dunque la fonte delle iniziative, la progettazione e l'applicazione dei piani vaccinali è anzitutto affare centrale come la dislocazione delle risorse necessarie. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva infatti garantito: «L'acquisto sarà centralizzato e gestito dallo Stato», Ha detto che il 2 dicembre sarebbe stato pronto, e infatti le sue linee generali sono state votate in Parlamento. Fantastico. E invece che cos' è accaduto? Occorrerebbero 15mila operatori (3mila medici e 12mila infermieri) capaci di iniettare e spiegare. Il bando di concorso è stato indetto l'11 dicembre non per la loro assunzione, ma per individuare 5 agenzie vincitrici dell'appalto che si sarebbero spartite 25 milioni. Non si poteva fare il tutto a settembre? 

Aspettavamo tutti il vaccino con ansia, si sarebbe dovuto fare come gli appalti dei comuni per la neve: in estate, anche se presumibilmente i fiocchi cadono in inverno. Invece questi geni che con la scusa dell'emergenza ci strizzano con i loro Dpcm non hanno pensato all'essenziale: a chi cioè dovesse maneggiare con competenza il siero. Il bando dell'11 dicembre prevede un contratto di nove mesi. Costo per lo Stato totale per il personale poco più di 500 milioni. Costo mensile medio per lo Stato è di . 3.765 euro lordi di costo aziendale, equivalenti a 45mila euro all'anno. Sia chiaro: non è il lordo dello stipendio, da cui decurtare semplicemente l'Irpef, ma comprende anche infatti i versamenti pensionistici, assicurativi, la quota di tredicesima e di liquidazione. In pratica, professionisti che rischiano la vita, con la prospettiva poi di essere lasciati a casa, avrebbero una paga media netta di circa 1.800 euro. Medici e infermieri laureati! Dimenticavamo la gratifica. Conte e Arcuri faranno avere a costoro, vivi o morti, la qualifica di eroi. Hip hip hurrà. Se va avanti così, la famosa immunità di gregge l'avremo a pecore morte. 

RICORDATE PERTINI?
A questo punto siamo in grado di dare un consiglio a chi organizza confronti tra esperti e opinionisti. Sembra che in Italia, ad accendere la tivù, la questione sia quella dell'obbligatorietà o meno del vaccino anti-Covid. Oggi è un lusso francamente prematuro. Se il vaccino manca, e latita pure chi te lo inietta, magari è meglio rinviare le risse a tempo debito. Ecco, cari colleghi e abili conduttori: girate i cannoni da un'altra parte. Sergio Mattarella, per ispirare fiducia verso la siringa, ha dichiarato a reti unificate, che si farà pungere quando verrà il suo turno. Campa cavallo. Ci viene in mente un esempio, magari sopravvalutato: quello di Sandro Pertini. Nel novembre del 1980, pochi giorni dopo il terremoto in Irpinia, scosse l'Italia e unì i cittadini: inveì contro i ritardi del governo. Quando ci vuole ci vuole. riproduzione riservata.

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