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Vittorio Feltri su bar e ristoranti "disobbedienti": "Hanno ragione, tornino al lavoro. Stavolta tutto andrà bene"

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Era nell'aria da tempo il desiderio diffuso di protestare contro l'eccesso di divieti imposto dal governo agli operatori del terziario. E a forza di tirare la corda e di precludere al settore di lavorare e guadagnare, la disobbedienza civile è scoppiata e sarà difficile, se non impossibile, arginarla. Si è infatti creata una sorta di associazione tra bar e ristoranti che si sta organizzando per riavviare l'attività commerciale a prescindere dagli schizofrenici diktat dell'esecutivo. Il quale se ne è sempre infischiato della negativa situazione economica in cui sono precipitati migliaia di esercizi, ormai alla canna del gas e decisi a reagire.

 

In pochi giorni sono già oltre trentamila coloro che alzeranno le saracinesche alla faccia di Giuseppe Conte e compagnia cantante. Il numero elevato di contestatori scatenati impedirà ogni forma di ritorsione su di essi, non agevole contrastarli, non ipotizzabile assumere provvedimenti punitivi. Se un cittadino insorge in solitudine, infatti, lo puoi facilmente neutralizzare, tuttavia se i ribelli sono decine di migliaia ci troviamo di fronte a una vera e propria sollevazione incontenibile. Ecco perché la guerra dichiarata dai gestori di locali pubblici a Palazzo Chigi minaccia di propagarsi senza freni, obbligando la politica a prenderne atto rivedendo le proprie assurde disposizioni restrittive.

Tra l'altro i cosiddetti ristori, troppo esigui nonché elargiti in colpevole ritardo, non hanno placato le ire dei baristi e dei ristoratori, alimentando semmai la loro disperazione. A questo punto i lavoratori in questione non hanno alternative: o muoiono di inedia oppure ricominciano a sgobbare in massa fottendosene altamente degli ordini del premier. Inutile specificare che siamo dalla loro parte, anche perché costoro hanno proclamato di attenersi alle regole riguardanti la sicurezza, cioè il famoso distanziamento, la riduzione del numero dei clienti, l'obbligo delle mascherine e quant' altro.

 

Suvvia, non hanno torto e fanno bene a forzare la mano per salvaguardare il diritto alla sopravvivenza. Si tratta di un movimento di liberazione che non può essere condannato e tantomeno ostacolato. Per quel poco che contiamo, noi di Libero ci affianchiamo agli oppressi e li appoggiamo. Tutto andrà bene, stavolta.

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