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Inter, Bc Partners guarda i conti della società nerazzurra, ma l'operazione per acquistare quote è difficile

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Tobia De Stefano
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È iniziata la due diligence (l'analisi dei conti) di Bc Partners sull'Inter. Tempo massimo un mese e verranno allo scoperto le reali intenzioni del fondo. E soprattutto verrà sciolto l'arcano che lascia ancora molti dubbi sull'operazione. I private equity e Bc Partners in particolare non acquistano minoranze, ma la maggioranza di società che generano forti cash flow (la differenza tra entrate e uscite effettivamente liquidate) in modo da ridurre in 4-5 anni l'indebitamento e rivendere la preda con un lauto guadagno.

A oggi nessuna di queste caratteristiche si sposa con la situazione del club nerazzurro. Innanzitutto perché Suning ha dichiarato ufficialmente di non aver nessuna intenzione di passare la mano, ma ha fatto capire di essere in difficoltà per il blocco degli investimenti imposto dalla Cina e di cercare un socio di minoranza. E poi perché numeri di bilancio alla mano (l'Inter paga 150 milioni di stipendi, per dirne una) più che generare cassa la Beneamata ne brucia. Quindi? Perché Bc Partners studia i conti dell'Inter.

 

 

 

L'ipotesi è che possa entrare con una quota di minoranza per poi acquisire la maggioranza del club con l'obiettivo di ribaltare il business che nel bilancio 2019-2020 ha riportato perdite per 100 milioni. Ma anche in questo caso i dubbi restano. L'operazione vale non meno 500-600 milioni (più 400 di debiti) e i private equity hanno obiettivi di ritorno di circa il 25% all'anno. Come si possa sposi tutto questo con il bilancio dell'Inter resta un mistero. A meno che l'emergenza in casa Suning non sia molto più seria di quella che ci stanno descrivendo.

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