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Rocco Casalino, le lacrime fuori Palazzo Chigi? Le stesse di quando fu eliminato al Grande Fratello

Giordano Tedoldi
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Due anni e mezzo di potere, di esposizione mediatica per uno dei governi più narcisistici della storia della Repubblica, dove tutto sembrava improvvisato e deciso a capocchia tranne la pettinatura, la cura delle sopracciglia, la pulizia del viso, la tinta dei completi, i nodi delle cravatte. Nemmeno il Cavaliere, notoriamente attento all'immagine, aveva mai offerto una pari impressione di maniacale cura della superficie più che dei contenuti. Il giudizio ponderato sull'operato dei due governi presieduti da Conte lo daranno gli storici della politica, a noi, ora che si insedia Draghi, sembra di esserci risvegliati da un sogno, forse un incubo, in cui la politica era stata assorbita da un reality. 

 

 

E non solo perché il portavoce del Presidente del consiglio era Rocco Casalino (nella vita si possono benissimo assumere tante vesti, ma appunto, bisogna spogliarsi delle precedenti, cosa che qui non è avvenuta) ma proprio perché quando li vedevi sugli schermi, nelle dirette Facebook, o nelle conferenze stampa, non pensavi che fossero lì per un voto nelle cabine elettorali, ma per un televoto con gli sms. Sintomatico, ad esempio, che il prof. Conte, nel corso di una delle sue studiatissime e azzimatissime dirette, si sia rivolto ai cittadini chiamandoli «il pubblico». E non faceva riferimento, era evidente, all'opinione pubblica studiata dal filosofo Jürgen Habermas, ma al pubblico della società dello spettacolo, anzi, degli spettacoli: reality, talk show, eccetera.

COME AL TELEVOTO
Ecco spiegate le «umane», come ha sottolineato Enrico Mentana, lacrime di Rocco Casalino al momento di sgomberare da Palazzo Chigi. Quelle lacrime, non ci vuole un semiologo o uno psicologo per arrivarci, sono esattamente le lacrime del concorrente del Grande Fratello eliminato al televoto. Che cos' è un partecipante a un reality? È, in generale, una persona qualunque, o in alcuni format una celebrità in declino, proiettata a nuova gloria. Gloria effimera, pura e semplice visibilità senza sostanza. Esattamente quello che sono stati Conte e i suoi più stretti collaboratori di governo. Personaggi di cui la gran parte degli Italiani, cioè il "pubblico", non conosce il percorso, al tempo stesso enigmatico e irrilevante, che li ha portati al potere.

 

 

Non sono, non erano uomini nuovi, come legittimamente diceva la propaganda governativa, erano uomini miracolati, senonché viviamo in un tempo in cui le due qualità coincidono. Gli uomini veramente nuovi, quando lasciano il potere, non reagiscono tradendo la disperazione di un'eliminazione in prime time, perché confidano che, avendo delle qualità proprie, riusciranno a metterle a frutto ancora in altri incarichi. Il ciglio asciutto non è espressione di disumanità, ma di accettazione dell'alternanza democratica. Il cursus honorum di questi uomini nuovi, ovvero miracolati, è invece tutto legato al carisma della televisione, dello spettacolo in presenza o in streaming (il Movimento Cinquestelle è, a suo modo, una compagnia teatrale itinerante, col suo capocomico) e alla sapiente, e talvolta arrogante, gestione dei rapporti con l'informazione. E il problema degli uomini di spettacolo, anche quando si improvvisano statisti, è che vogliono sempre stare in scena, con tutti i riflettori puntati su di loro, e i fans che li acclamano. Specialmente nel caso di quegli showmen di cui, in fondo, non si capiscono bene le doti, se non l'essere, si diceva un tempo, fotogenici.

TUTTO FA SPETTACOLO
Si può forse dire che il Presidente del consiglio fosse sciatto? O che il suo portavoce fosse un dilettante allo sbaraglio? Niente affatto. Sapevano ricoprire benissimo il loro ruolo. Il problema è che per loro, il "ruolo", era tutto. Se si andava a scavare, cercando dietro le facce cosmetiche una visione politica, un programma di lungo respiro, un pizzico di fantasia, non si trovava nulla. Conte ha dichiarato che l'esperienza di governo «lo ha migliorato come persona». Frase toccante, ma è il cliché che ripetono "i famosi" quando devono lasciare l'isola. Gli occhi umidi, l'esperienza che ti migliora, tutto è stato già visto, tutto risulta repertorio. Resta la domanda: ora che lo spettacolo è finito e che le stagioni dello show sono archiviate cedendo il passo a un vero governo politico (buono o cattivo chi lo sa), che faranno questi personaggi in cerca di autore?

 

 

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