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Vaccino, Filippo Facci: magistrati, politici e giornalisti. Ecco chi sono i furbetti che hanno saltato la fila

Filippo Facci
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Tutti sono utili, solo io sono indispensabile: devono pensarlo in parecchi, questo pretesto per cercare di procacciarsi il vaccino prima di altri e, soprattutto, a discapito di altri: perché qui non si tratta solo di segnalare che un cialtrone (...) (...) è un cialtrone - siamo abituati - ma di ricordare che un vaccino illegittimo ritarderà un vaccino legittimo, e magari urgente, atteso magari da una persona anziana e a rischio. Ora, nel ricordare che un certo Sergio Mattarella si è vaccinato solo martedì - esempio di persona anziana e, forse, di categoria professionale non irrilevante - il semplice sbirciare la mappa dei furbetti del vaccino, anche superficialmente, lascia intendere che quella italiana sia davvero una malattia endemica. Sintomi: il bisogno di sentirsi a tutti i costi più furbi degli altri, più raccomandati, privilegiati, con una spruzzata eventuale di panico ansiogeno.

Da dove cominciamo? Forse dalla Campania, dove le cosiddette «categorie prioritarie» hanno fatto sentire tutti prioritari e hanno risvegliato un po' tutte le categorie, complice un confuso piano vaccinale ereditato dal governo precedente (anche se il ministro della Sanità è lo stesso) dove la scarsa disponibilità di vaccini, la tipologia degli stessi, la corrispondenza a determinati target di età e alla loro conservazione sono tutte cose che possono orientare l'utilizzo verso determinate categorie. Insomma, non è semplice, ma dovrebbe essere possibile. Ci sono gli ultraottantenni, gli insegnanti ora anche universitari (a scuole chiuse) e naturalmente le forze dell'ordine: tutte categorie esposte. Ma a quanto pare si sentono molto esposti e necessari - oltre ai medici - anche i farmacisti, i biologi, i veterinari, i chimici, gli psicologi, i paramedici tipo infermieri e ostetriche. E poi ci sarebbero i fornitori di apparecchiature elettromedicali, gli assistenti dei dentisti, anche i giornalisti - da vergognarsi - e ovviamente i magistrati. Tutta gente che spinge, mentre un sacco di anziani aspettano.

 

 

 

 

Ma un conto è chiedere vaccini (o pretenderli) e un altro è fare vere e proprie truffe da furbetti del vaccino, destinati a spuntare come funghi sinché non arriveranno farmaci sufficienti e potrà partire una vera campagna di massa. In Toscana, sulla piattaforma regionale per la prenotazione del personale scolastico - diviso in 24 categorie professionali precise, più la generica voce «altro» - si sono messe in lista e ormai vaccinate 58mila persone: tra queste, però, un migliaio è riuscito a figurare nella categoria «altro» con le scuse più fantasiose. Morale: la voce «altro» è sparita. Sino a oggi, poi, sempre in Toscana, la categoria degli avvocati era stata inserita tra il personale degli uffici giudiziari (che è ridicolo) ma sta di fatto che, su 8.600 vaccini fatti, oltre settemila sono andati proprio a loro, agli avvocati.

E intanto ci sono, ricordiamo ancora, anziani che aspettano, e anche esponenti delle forze dell'ordine. Certo è un casino. È successo che qualche Asl, selezionando i vaccinandi in base all'esenzione dal ticket prevista per patologia, abbiano chiamato persone morte o altre che paradossalmente invocavano la privacy sui propri dati. Un altro mondo incasinato è quello dei volontari del soccorso 118: non ci sono piattaforme di prenotazione. A Milano hanno poco da tirarsela: hanno beccato 220 furbetti che si erano prenotati usando un link riservato degli ospedali; l'hanno scoperto il San Paolo e il San Carlo dopo una serie di verifiche e controlli incrociati. È tutta gente che era ben consapevole di non essere autorizzata: hanno tentato di fregare, punto. E intanto, sempre nel milanese, ci sono casi come quelli di una 95enne cui hanno fissato l'appuntamento a mezzanotte con un sms (per il mattino dopo alle 8.00) e questo per vaccinarsi a 30 chilometri di distanza.

In Sicilia naturalmente fanno sempre le cose sul serio: fioccano indagini penali e delle procure di Palermo e di Termini Imerese. Sotto la lente di ingrandimento sono finiti i centri di vaccinazione di Corleone, Petralia Sottana, il Giglio di Cefalù, Villa delle Ginestre, Policlinico, Fiera del Mediterraneo e Civico di Palermo: non sappiamo che cosa stiano combinando, ma non promette tanto bene; ci sono state delle segnalazioni dei carabinieri del Nas su decine di presunti furbetti in veste di assessori, amministratori locali, un ex magistrato, addirittura un alto prelato ed esponenti delle forze dell'ordine a cui il vaccino è stato somministrato prima che rientrassero tra le categorie autorizzate. Avevano fretta. Sta di fatto che a Corleone, qualche giorno, fa si è dovuto dimettere il sindaco: questo dopo un'altra indagine dei Nas che ha rilevato come il primo cittadino e tutti gli assessori - tra questi il figlio del direttore sanitario dell'ospedale di Corleone - hanno avuto un vaccino Pfizer ciascuno, compreso di richiamo: anche se non figuravano in nessuna lista.

La scusa-cazzata del sindaco è da incorniciare: si è vaccinato perché il suo ruolo comportava «enormi responsabilità nel contenere e prevenire il diffondersi della pandemia» e questo lo obbligava «a preservare il mio stato di salute per corrispondere quotidianamente ai tanti bisogni della comunità corleonese». Poveraccio, l'hanno obbligato. Accadeva mentre c'era quell'altro anziano siciliano che ancora aspettava il suo turno, come si chiama: Sergio Mattarella. Una persona evidentemente meno necessaria del sindaco di Corleone.

 

 

 

 

 

Da un'isola all'altra, passiamo in Sardegna e precisamente a Sassari, dove il ragionamento è stato «se non mi vaccino io, allora neanche tu». Traduzione: le profilassi anti-Covid dei magistrati, previste dal tribunale di Sassari insieme a quelle del personale in servizio nei tribunali, sono state annullate perché hanno protestato indovinate chi? Gli avvocati. I quali - diversamente dalla sciocchezza che si erano inventati in Toscana - non sono stati inseriti tra il «personale giudiziario» e allora hanno fatto fuoco e fiamme. Le vaccinazioni avrebbero dovuto cominciare lunedì, ma le proteste dei legali erano già fioccate per esempio a Cagliari, col presidente Aldo Luchi che su Facebook aveva scritto un post intitolato «Come si alimentano le diseguaglianze». Un estratto: «La vaccinazione dei soli magistrati e del personale non farà altro che alimentare la percezione già molto diffusa di costoro come una casta, immagine che auspico la magistratura organizzata saprà smentire, dissociandosi apertamente da questa iniziativa settaria». Traduzione nostra: siamo una casta anche noi, il vaccino a noi niente? Morale: niente e nessuno. Meglio così. Aspettino il loro turno. In salute, se possibile.

 

 

 

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