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Greta Thunberg e lo "sciopero del clima" il 19 marzo: la mamma dei gretini è sempre incinta

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Azzurra Barbuto
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L'Italia si prepara a serrarsi ancora di più a partire da lunedì 15 marzo, fatidica data in cui quasi tutta la penisola si tingerà di rosso profondo. Chiuderanno i negozi di abbigliamento e calzature, oltre a scuole, bar, ristoranti, locali di ogni tipo, e persino parrucchieri e barbieri, a cui l'ex premier Giuseppe Conte in zona rossa consentiva di lavorare, saranno costretti a tenere abbassate le saracinesche. Un velo di piombo calerà da Nord a Sud, avviluppando in una morsa asfissiante gli italiani, i quali, per proteggersi dalla cosiddetta terza ondata, si rintaneranno svogliatamente nelle loro abitazioni, sempre più stufi di obblighi e limitazioni, le strade si svuoteranno, ogni attività verrà rimandata, ma nessuno fermerà i gretini. Credevamo, - o meglio - ci eravamo illusi, che insieme al buco dell'ozono, che si è inspiegabilmente rimarginato lo scorso dicembre (forse per non essere da meno rispetto alla popolazione mondiale sepolta in casa), gli adolescenti tifosi di Greta si fossero ritirati e in altre faccende affaccendati, macché! Hanno già apparecchiato il loro ritorno nelle piazze di tutta la Terra, incluse quelle nostrane, e si accingono ad incontrarsi il giorno della festa del papà, ossia venerdì 19 marzo, allo scopo di onorare la tradizione degli scioperi globali per il clima, consuetudine inaugurata e promossa dalla loro eroina, l'attivista svedese Greta Thunberg. Non si comprende bene da cosa scioperino i giovani ambientalisti dal momento che gli istituti scolastici sono serrati e soprattutto non si capisce per quale dannata ragione proprio loro che invitano i governi e gli adulti del pianeta intero a rispettare la Natura e ad adottare comportamenti virtuosi non rispettino l'elementare regola anti-covid valida a tutte le latitudini, ossia il divieto di assembramento, sebbene i seguaci di Thunberg abbiano garantito che nel corso delle manifestazioni di venerdì manterranno il distanziamento sociale. Si vedrà.


Divieti calpestati - Manifestare a quanto sembra è illegittimo, in questa specifica contingenza, soltanto quando a farlo sono i sostenitori di Donald Trump, l'uomo più odiato da Gretina, o politici di centro-destra nonché i loro elettori. Lunedì 8 marzo, ad esempio, nelle piazze di diverse città italiane le femministe del movimento "Non Una di Meno" si sono date appuntamento e hanno altresì ballato, cosa che è avvenuta nel cuore di Milano, Piazza Duomo. E cosa dire poi delle Sardine, risorte dal nulla a cui appartengono, che si sono recate nella capitale, calpestando il divieto di uscire dai confini regionali, protestando - non si sa perché né per cosa - davanti alla sede del Pd? Insomma, a volere impartire la morale e come si sta al mondo sono sempre coloro che avrebbero bisogno di apprendere proprio ciò che intendono insegnare. I giovani gretini, anziché ribellarsi per la prolungata muratura delle scuole, si arrabbiano perché il clima, che muta da sempre, cambia e la colpa sarebbe di genitori e nonni irresponsabili ed egoisti (i quali li mantengono) che hanno abusato dell'ambiente facendo i loro porci comodi. Tuttavia questi valorosi ragazzi rappresentano l'emblema di quella società e di quella cultura improntate al consumismo più sfrenato che pure fingono di rigettare, più per moda che per intimo convincimento.

Emergenza virtuale - Battersi contro il surriscaldamento globale, l'estinzione degli orsi polari, lo scioglimento dei ghiacciai, l'inquinamento in tutte le sue forme, oggi sembra essere particolarmente figo. Così anche i politici, soprattutto quelli a caccia di voti da parte delle nuove generazioni e più sensibili alle tematiche sposate dai progressisti di tutti i continenti, ritengono doveroso ciarlare di clima qui e clima lì, riempiendosi la bocca di termini quali "green new deal" (tanto caro all'avvocato del popolo Conte). Intanto il sistema economico boccheggia, i cittadini in povertà assoluta si moltiplicano di giorno in giorno (in pochi mesi siamo già a oltre un milione di novelli indigenti), vengono spazzati via migliaia e migliaia di posti di lavoro, imprese di ogni dimensione falliscono, lavoratori autonomi, in attesa di sostegni mai pervenuti, si ritrovano i conti prosciugati, troppi genitori non hanno quattrini per fare la spesa e sfamare i figli, ma gretini e grillini discutono animatamente e con passione di crisi climatica definendola "vera emergenza universale", la quale deve essere risolta subito, punto e basta, investendo in maniera massiccia i fondi europei. Il che risulta - un tantino - una beffa.

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