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Vittorio Feltri sta con i meridionali: "Unità d'Italia? Perché fanno bene a non festeggiare"

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Leggo che mezzo Sud non ha festeggiato il centosessantesimo anniversario dell'Unità di Italia. Credo che analogo comportamento abbia tenuto mezzo Nord. In effetti non c'era nulla da celebrare, visto che la nostra Nazione non ha tratto alcun vantaggio dalla fusione delle varie ragioni in un'unica patria. Il Mezzogiorno, in particolare, è rimasto indietro rispetto allo sviluppo del Settentrione. Nessuno lo ha aiutato a progredire come avrebbe meritato, non è stato dotato delle infrastrutture che sarebbero state necessarie a creare un tessuto economico di qualche spessore. Ancora oggi, a distanza di 160 anni dalla mitizzata unificazione, vi sono regioni meridionali sprovviste di ferrovie all'altezza delle necessità, di autostrade e di aeroporti indispensabili per realizzare collegamenti moderni. È vero che molti quattrini sono finiti da Roma in giù, ma sono stati distribuiti a pioggia, non investiti bensì elargiti a capocchia, senza che nessuno si curasse di evitare che le risorse fossero incamerate dalla criminalità organizzata, notoriamente più efficiente dello Stato.

 

Il discorso potrebbe chiudersi qui se non sapessimo che a distanza di oltre un secolo e mezzo i criteri amministrativi italiani non sono affatto migliorati, semmai sono peggiorati. Tant' è che da decenni siamo impegnati a criticare i nostri connazionali alle prese con le mafie come se fossero colpevoli e non vittime di una situazione ambientale chiaramente oppressiva. Vorrei vedere gruppi di milanesi, bergamaschi e bresciani costretti a campare in Calabria cosa sarebbero capaci di combinare, considerati i vincoli imposti con la forza dalla 'ndrangheta. È evidente che pure il personale politico che è nato più vicino all'Africa che all'Europa non è stato in grado di dare linfa vitale ai propri territori, piuttosto li ha abbandonati badando esclusivamente ai propri interessi e fottendosene dei conterranei. Ovvio che, stando così le cose, nessun napoletano, o nessun lucano, ieri abbia avuto voglia di brindare agli effetti fintamente unificanti del Risorgimento. Hanno ragione a fare spallucce di fronte alla storia divulgata che è assai diversa dalla realtà. Non è con la retorica dei tromboni della politica che si ottiene l'armonia fra i popoli, ma agevolandoli nel raggiungimento di una uguaglianza di massima. Ciò che finora è ancora un sogno irrealizzabile. I nostri esecutivi e il nostro Parlamento sono stati infoltiti da personaggi meridionali che non si sono occupati di tutelare la propria gente, e pure questo ha avuto un peso nell'arretratezza di certe zone che definire sfortunate è eufemistico.

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