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Vaccino, il caso in Campania: avanzano le dosi? Se le prende lo staff di Vincenzo De Luca

Antonio Rapisarda
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Quando Vincenzo De Luca, durante il celebre v-day del 27 dicembre scorso, "anticipò" il suo braccio per il vaccino anti-Covid, la replica alle accuse fu che si trattava di un gesto «pedagogico» volto a incoraggiare i cittadini in vista della campagna vaccinale. Pochi giorni dopo, però, ad essere vaccinati in via prioritaria sarebbero stati pure loro: i componenti dell'Unità di crisi regionale. La notizia, pubblicata ieri dal Corriere del Mezzogiorno, non poteva che diventare un caso. A denunciare il fatto il capogruppo della Lega in consiglio regionale, Gianpiero Zinzi, il quale in un'interrogazione scritta ha chiesto di sapere «se corrispondano al vero le notizie relative alla somministrazione del vaccino ai componenti degli uffici di diretta collaborazione del presidente della Giunta: circostanza questa che rappresenterebbe nuove eccezioni rispetto a quanto previsto dal Piano regionale».

A stretto giro è giunta la precisazione dell'Unità di crisi stessa che ha sottolineato come «le vaccinazioni in Campania, sin dall'inizio della campagna vaccinale, avvengono nel pieno rispetto dei protocolli ufficiali, secondo le priorità previste dal Piano nazionale». Una risposta che non ha soddisfatto il capo leghista Matteo Salvini: «Troppi furbetti del vaccino che saltano la fila - ha attaccato il leader del Carroccio -, e in Campania ci aspettiamo chiarezza immediata sulle dosi che sarebbero state già somministrate ai collaboratori del presidente De Luca. La Lega farà una interrogazione. Sulla salute non si scherza».

 

 

 A chiedere spiegazioni ufficiali anche gli esponenti del Movimento Cinque Stelle, già piuttosto scettici sulla scelta di De Luca di vaccinarsi prima di chiunque altro. Davanti alla questione posta dalla Lega, anche la vicepresidente del Consiglio regionale Valeria Ciarambino chiede chiarezza «sull'eventualità che, pur non rientrando in nessuna categoria a rischio, sarebbero stati vaccinati dirigenti e funzionari degli uffici di diretta collaborazione del presidente». Episodi del genere, a suo avviso, rischiano di far diventare la Campania «un modello negativo per i privilegiati o i furbetti dei vaccini». Il caso Campania, però, non sembra essere legato solo ai presunti "furbetti". A contribuire decisamente in negativo - nonostante le intenzioni del "gesto" dimostrativo di De Luca - continua a essere il numero di preoccupante di diserzioni sul fronte vaccinale da parte di diverse categorie (il personale scolastico e la polizia municipale) ma soprattutto dei tantissimi medici che continuano a rifiutare i vaccini.

 

 

 

 

 

 

 

 

Un dato su tutti: due giorni fa, ben il 59 per cento dei convocati dall'Asl Napoli 1 del settore sanitario - tra ordini professionali, cliniche private - non si è presentato per ricevere Astrazeneca nei due hub della Stazione Marittima e della Mostra d'Oltremare. Su un altro fronte caldo in tema vaccini, quello legato al controverso blitz del senatore grillino Nicola Morra all'Asp di Cosenza, è giunta ieri la dura replica di Mario Marino, il direttore Igiene pubblica del Dipartimento di prevenzione che minaccia di querelare il presidente dell'Antimafia grillino: «Non è venuto a chiedere come si sta sviluppando la vaccinazione degli ottuagenari a Cosenza, ma si è presentato per chiedere come mai questi parenti non erano stati vaccinati», questa la replica alla smentita di Morra.

Secca anche la replica sull'ispezione, rivendicata dal pentastellato che presiede la Commissione parlamentare Antimafia: «Lo ha fatto aggredendo verbalmente i medici preposti alla gestione delle vaccinazioni», e poi «lui non è uno sceriffo che può entrare in un ufficio pubblico facendo chiedere alla sua scorta i documenti a tutti. Questa non è intimidazione?». Su Morra è intervenuto pure il presidente della Calabria, Nino Spirlì: «Il signore in questione è sempre quello che ha detto che la presidente Santelli non avrebbe dovuto candidarsi alla Regione perché era malata - ha ricordato - e ha anche detto che chi l'ha votata l'ha fatto sapendo che era malata e ha perso il voto: queste porcherie si continuano a perpetrare. Come Lega abbiamo già chiesto le dimissioni, ora faremo solo la fotocopia della richiesta precedente».

 

 

 

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