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Sputnik, lo sfogo di Paolo Becchi: "La Guerra Fredda non è mai finita", tutto sulla nostra pelle

Paolo Becchi - Giuseppe Palma
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La guerra "fredda" si è spostata dagli armamenti ai vaccini. Da un lato le multinazionali americane con Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson, dall'altro la Russia con lo Sputnik V. In mezzo il Regno Unito con AstraZeneca. E noi? (LaPresse) Il presidente della Regione Campania, vincenzo De Luca, ha ordinato l'acquisto del vaccino russo Sputnik V. Anche la Regione Lazio sta andando in questa direzione, ma il governo centrale si sta opponendo. Per ragioni estranee alla salute della gente Il dato di fatto saliente è che fino a oggi i vaccini dei colossi americani neppure sono giunti a sufficienza e siamo ad elemosinare le dosi che arrivano col contagocce.

 

 

Il governatore campano De Luca si è mosso d'astuzia e la sua giunta regionale ha autorizzato l'acquisto, da parte della Soresa SpA, del vaccino russo Sputnik V attraverso la società Human Vaccine. Apriti cielo! il Presidente del Consiglio ha detto:«Starei attento a fare contratti» . È vaccino in due dosi, a differenza di Johnson&Johnson, e all'Ema non è stata presentata formale domanda. Traspare la propensione personale per il vaccino americano, e ci può anche stare, ma Draghi dimentica di dire che i russi hanno ormai sviluppato uno Sputnik che funziona anche con una sola iniezione e che l'autorizzazione all'Ema, come lo stesso Putin ha chiarito mostrando i documenti relativi, è stata formalmente presentata il 21 gennaio ma l'agenzia europea per il farmaco ha iniziato a lavorarci solo il 4 marzo. Per Pfizer i tempi di attesa sono stati di gran lunga inferiori. Ma non è questo il punto.

Draghi ha detto due cose, una falsa e l'altra poco precisa, e lo ha fatto evidentemente per evitare che altri governatori si muovano nel solco coraggioso tracciato dalla Campania. Il Lazio si sta muovendo nella stessa direzione e lo Spallanzani di Roma - anche grazie al sostegno dell'ambasciata russa - sta per concludere un importante accordo con l'Istituto Gamaleya di Mosca per lo studio del vaccino russo, la possibilità di adattarlo alle diverse varianti e di produrlo in Italia. Si tratta di un vaccino che tra l'altro si è dimostrato efficace e non ha prodotto effetti collaterali di rilievo nella Repubblica di San Marino che lo ha utilizzato. Tutto questo viene mal tollerato da Draghi. La ragione di tale ostruzionismo sta nel fatto che il premier ha deciso di escludere per ragioni geopolitiche qualsiasi azione bilaterale con la Russia.

 

 

Il motivo? Non alterare gli equilibri atlantici che vedono la Ue e l'Italia alleata degli Usa contro la Russia. Che questo però comporti seri problemi per la campagna vaccinale in corso è indiscutibile. Forse per questo, a margine del vertice Stato-Regioni, Draghi ha usato toni distensivi e si è sbilanciato sul fatto che usciremo dall'emergenza già a luglio, raggiungendo addirittura l'immunità di gregge. Potrebbe Draghi dirci su cosa si basa questa sua previsione? Solo sul fatto che d'estate i virus influenzali vanno comunque per così dire "in letargo"? Stando alle parole del generale Figliuolo, tra aprile e giugno arriveranno in Italia 50 milioni di dosi vaccinali, e dunque che bisogno c'è di prendere lo Sputnik V? Ok, ma siamo sicuri di questi 50 milioni di vaccini? Al momento la realtà è che siamo in sofferenza e che le vaccinazioni (AstraZeneca) sono state bloccate persino per i "privilegiati" dell'università, tanto che alcune Regioni forse decideranno di andare avanti per la loro strada.

Le Regioni che si spingeranno a comprare autonomamente lo Sputnik V saranno stoppate dal governo? In punto di diritto, l'art. 117 della Costituzione prevede la «tutela della salute» tra le materie di legislazione concorrente tra Stato e Regioni, dove «spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato». Dunque lo Stato si limita a dettare le sole norme generali, le Regioni possono senz' altro agire in autonomia per quel che concerne la contrattualistica e non solo. Ma per ciò che concerne la «profilassi internazionale» è bene chiarire che la lettera q) dell'art. 117 attribuisce competenza esclusiva allo Stato, quindi il premier può far valere la competenza esclusiva del governo ed eccepire la nullità degli accordi regionali.

 

 

Cosa farà Draghi? Al momento egli promette l'arrivo di milioni di dosi anglo-americane per scoraggiare le Regioni. Ma dobbiamo per forza aspettare questa autorizzazione, come sembra suggerire Draghi? Anche questo è falso. L'autorizzazione dell'agenzia europea per il farmaco serve soltanto se l'acquisto dei vaccini avviene tramite la Ue, non serve invece se avviene con contratti bilaterali. Non a caso altri Stati europei stanno già con profitto utilizzando il vaccino russo. Il governo ha puntato su una vaccinazione di massa e verrà giudicato sulla capacità di portarla a termine in tempi ragionevoli e invece qui i tempi - al di là delle rassicurazioni di Draghi - si stanno di fatto dilatando ed è per questo che si punta su nuove chiusure. La promessa che arriveranno 50 milioni di dosi di vaccini americani entro luglio è tutta da verificare, mentre si vuole nel frattempo escludere un vaccino disponibile solo perché ideato dai russi.

 

 

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