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Pd, ormai la sinistra fa la paladina dei conformisti

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Alessandro Cantoni
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In Italia non esiste la democrazia, ma il libertinaggio. La lotta per i diritti civili, in questo senso, è uno specchietto per allodole. Il potere si dirama in mille rivoli, cosicché a comandare realmente, in questo paese, è la magistratura politicizzata e quella che, per comodità, definisco consorteria. I mezzi d'informazione di massa sono uno strumento nelle mani di questi signori, e vengono costantemente impiegati per ammazzare il nemico. 

Chi ha provato a mettersi di traverso al sistema, è finito con qualche accusa infamante. Basti pensare a Craxi, Berlusconi e ora Salvini. Non discuto sulla integrità di qualche singolo magistrato, ma è evidente che Mani Pulite fu innanzitutto un'operazione di tipo politico per abbattere socialisti e democrazia cristiana. Berlusconi è stato accusato dei reati più assurdi, compreso quello di aver preso parte alle stragi mafiose degli anni '90. Qualcuno fa ancora finta di credere che le accuse siano state presentate in buonafede. La vera colpa di Berlusconi? Aver pestato i piedi a troppa gente. 

Di fronte a questa realtà, l'unico asso nella manica della sinistra è la battaglia radicale per le unioni civili e lo ius soli. Ad avanzare simili spropositi, come se non bastasse, non ha richiamato solamente il corpo d'armata (la cosiddetta intellighenzia), bensì l'esercito dei pezzenti (senza offesa), come i poveri contadinotti che si arruolarono per ripristinare il cristianesimo in Terra Santa. In ciò si manifesta la decadenza della sinistra, la quale sa soltanto esprimere la cultura del conformismo dilagante. C'è stato un tempo in cui sinistra e fascisti hanno ispirato nel popolo un sentimento di rottura, ossia nel dopoguerra, quando nel mondo occidentale si affermò il modello consumistico. 

Da una parte della barricata stava Hannah Arendt, con la sua lotta contro il dominio della società impiegatizia; dall'altra Ezra Pound, che definiva il capitalismo un sistema d'usura, auspicando un ritorno ai valori tradizionali di Dio, Patria e Famiglia. La ragione di questo imbarbarimento e sterilità della sinistra è dovuta a due fattori. Da un lato, non sa più proporre nulla di originale, perché alla libertà politica dell'individuo (Hannah Arendt), ha sostituito la libertà di costume, che incoraggia modelli di vita sempre più conformi al capitalismo, come già denunciava Pier Paolo Pasolini. 

Il secondo fattore è la vittoria della peggiore sottocultura di sinistra, il fenomeno del grillismo, che affonda le radici nelle rivendicazioni dei sessantottini ed attira simpatie anche in alcuni elettori di destra. L'ideale farlocco dell'egualitarismo totale fa sì che orde di analfabeti culturali diventino rilevanti nel dibattito culturale, ideologico. Il trionfo dell'uno-vale-uno e dello spontaneismo coincide con l'ascesa al podio degli influencer, i quali ci propinano considerazioni politiche con la stessa autorità di un filosofo, di un economista, di uno studioso. Contro tale modello bisogna alzare le barricate, ed è compito, in primo luogo, dell'élite culturale di questo paese: giornali e televisioni, i quali non dovrebbero dare eccessiva importanza alle singole opinioni di certi soggetti.

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