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Vaccino italiano "pronto solo nel 2022": indiscrezioni sconfortanti, siamo in balia dell'Europa

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Carla Ferrante
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Un nome propriamente inglese per un vaccino tutto italiano. È l'e-Vax dell'italianissima Takis Biotech, società di Castel Romano, IX municipio di Roma Capitale. La sperimentazione del vaccino vede coinvolti tre centri di ricerca. Per il nord Italia, il San Gerardo di Monza; per il centro, lo Spallanzani di Roma; per il sud, l'Irccs del Pascale di Napoli. In tutto il mondo sono oltre 200 i prototipi di vaccino. Di questi, 6 sono già in uso, altri 52 in via di sperimentazione. Tra questi per l'appunto c'è quello italiano della Takis, che a differenza delle altre società che avevano già un background nella ricerca di potenziali vaccini in grado di sconfiggere i mali del secolo, la società italiana, è di fatto partita da zero. Lo studio sull'efficacia del vaccino e la sua risposta immunologia al Covid è partito lo scorso marzo al San Gerardo, arruolando un primo volontario, un 21enne. Le sperimentazioni di fase I sono partite anche allo Spallanzani e dallo scorso 26 marzo anche al Pascale, con la somministrazione della prima fiala ad un 26enne sotto la stretta vigilanza dell'equipe guidata dal ricercatore Paolo Antonio Ascierto.

 

 

 

 

 

«La prima fase - spiega con un sano e scaramantico orgoglio il prof. Ascierto, ricercatore anti-Covid molto apprezzato dalla comunità scientifica internazionale ma poco reclamizzato in Italia (è sua l'intuizione dell'efficacia del farmaco antireumatico, il Tocilizumab, nella lotta contro il Covid) - ha reclutato 80 volontari ed è ancora in corso. A tutti loro viene somministrata con l'elettroporazione (piccoli impulsi elettrici) la prima dose. Questa fase servirà per verificare la sicurezza e qual è il dosaggio e la schedula ottimale per dare l'immunizzazione. Il primo step terminerà quest' estate, per dare spazio alla fase 2, che arruolerà ben 160 pazienti vaccinati con il dosaggio venuto fuori dalla prima fase: questo per verificarne i dati su un numero maggiore di soggetti.

Per inizio 2022 inizierà la fase 3, che dovrebbe ultimarsi per l'estate 2022. Dopodiché, se i risultati saranno positivi, per fine 2022 se ne potrebbe avere la disponibilità». Sono molte le aspettative per il vaccino italiano: sarebbe un'ottima promozione sanitaria agli occhi dei colossi mondiali, che si contendono il primato della lotta al Covid e un biglietto da visita per le future strategie sanitarie globali. L'italiano Takis è un vaccino a Dna - come quello russo, lo Sputnik, oppure l'inglese Astrazeneca, o l'americano J&J - ma è di tipo sintetico. Ulteriore differenza è il vettore utilizzato per trasmettere il codice genetico della proteina Spike, che dovrà innescare la riproduzione nelle cellule ospiti, attivando il sistema immunitario affinché distrugga completamente il virus, salvando l'organismo umano.  Se per Astrazeneca si è fatto ricorso all'adenovirus dello scimpanzé come vettore, «nel vaccino e-Vax di Takis - spiega Ascierto - non c'è alcun virus vettore. Sono sequenze di Dna della proteina Spike con un Dna plasminico. Il quale non è un virus, per poter penetrare ha bisogno dell'elettroporazione, che darà corso alla produzione della proteina Spike, che sua volta attiverà la risposta immunitaria.

 

 

È un vaccino molto versatile, permette l'aggiunta e la sostituzione di sequenze, molto utile in caso di varianti». Non vi è dubbio le premesse sono positive: l'e-Vax potrà portare l'Italia definitivamente fuori dall'incubo del Covid. Ne è fortemente convinto il ricercatore napoletano cresciuto in Molise, che ha svolto le sue prime guardie mediche a Campomarino, uno dei centri oggi maggiormente colpiti dal Covid. «Grazie ai vaccini iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel. La vaccinazione è importante per porre uno scudo all'infezione. Lo vediamo nel Regno Unito, dove la vaccinazione di massa ha portato a una riduzione importante nel numero di morti. Non esistono vaccini di serie A e di serie B. I vaccini passati attraverso l'iter delle agenzie regolatorie come l'Ema e l'Aifa sono stati valutati, quindi sono sicuri e sono quelli che permettono l'immunizzazione di massa. L'importante è cercare di vaccinare quante più persone nel minor tempo possibile».

 

 

 

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