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Vaccino, Ursula von der Leyen e l'eurodelirio: così fa crescere la fobia delle iniezioni

Andrea Morigi
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Appena oltrepassata la soglia di 100 milioni di europei vaccinati, a Bruxelles rimescolano già tutto. La Commissione Europea ora, almeno fino a quando si cambierà nuovamente idea, procurerà ai 27 Stati membri soltanto i sieri anti-Covid a Rna messaggero, prodotti da Pfizer/BioNTech, Moderna e CureVac, mentre non rinnoverà nel 2022 i contratti con AstraZeneca e Johnson & Johnson, che utilizzano un vettore virale, con una tecnologia più tradizionale. Così all'indomani dell'annuncio della pausa anche in Europa nella distribuzione del vaccino di Janssen (J&J), dopo che Fda e Cdc negli Usa avevano deciso di mettere in stand by le somministrazioni, anche la presidente dell'esecutivo Ue Ursula von der Leyen rivede la propria strategia vaccinale. 

 

UN'ALTRA REVISIONE
A fare da apripista sono i Paesi nordici. La Svezia sospende le previste somministrazioni con il vaccino Johnson & Johnson, in attesa del pronunciamento dell'Ema. La Danimarca intanto blocca definitivamente l'uso del vaccino di AstraZeneca. Tanja Erichsen, direttrice dell'agenzia del farmaco di Copenaghen, mentre lo annunciava, ieri è perfino svenuta in diretta televisiva. In effetti dev' essere piuttosto imbarazzante spiegare alla popolazione che le iniezioni già praticate a oltre 140mila persone (in Italia, a ieri erano 2.802.515 con il prodotto dell'azienda anglosvedese) si sono rivelate un errore. Scatta così il gioco a scaricabarile, per evitare qualsiasi responsabilità. 

Pertanto il Chmp, il Comitato per i medicinali per uso umano dell'Ema «valuterà se aggiornare le raccomandazioni per una seconda dose di Vaxzevria», ma chiama in causa «una richiesta della commissaria Ue per la Salute e a seguito di una riunione dei ministri della Sanità dell'Ue», per giustificare la prossima «revisione dei dati sulle vaccinazioni in coloro che hanno già ricevuto la prima dose». Troppo frettolosa, forse, la recente analisi dei casi di trombosi rare segnalati dopo l'inoculazione. Ci vuole un approfondimento ulteriore. Non solo. In futuro si prevede di moltiplicare le punturine, spiega von der Leyen, e in Europa serviranno «richiami» per rafforzare la protezio ne dei vaccinati. E, se si svilupperanno «varianti resistenti» ai vaccini, «dovremo sviluppare vaccini adattati» alle nuove mutazioni, «presto e in quantità sufficienti». 

 

EMERGENZA INFINITA
Insomma, prepariamoci a un prolungamento indefinito dell'emergenza sanitaria, e delle relative restrizioni, che ci costringeranno ad acquistare altre «1,8 miliardi di dosi nel corso del periodo 2021-2023». Ma non c'è dapreoccuparsi perché la Commissione Europea è già all'opera e «sta entrando in un negoziato con Pfizer/BioNTech per un terzo contratto». Von der Leyen aveva detto in realtà «dal 2022 al 2023», ma poi fonti della Commissione hanno precisato che si trattava in realtà del biennio 2021-23, quindi anche l'anno corrente è incluso. 

La presidente ha commesso un «piccolo errore di lettura», ma si consola promettendo che la produzione sarà in Europa e «altri contratti, con altre compagnie, potrebbero seguire». Salvo poi revocarli, davanti alla prima reazione avversa.

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