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Coronavirus, il Pil della Cina decolla: "Manco ci avessero infettato apposta"

Francesco Bertolini
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Il 18,3% di balzo del Pil cinese fa paura; è vero che va confrontato con il primo trimestre del 2020, quando l'economia cinese per la prima volta mostrava un deciso segno negativo, ma è comunque una percentuale impressionante. Dimostra la potenza di quel paese, che sembra essere l'unico ad aver beneficiato da un punto di vista geopolitico e economico, della pandemia. Le vendite al dettaglio sono aumentate del 35%, a dimostrazione che la corsa ai consumi del cinese medio è ripresa alla grande, con buona pace di Mao e della bicicletta di regime del secolo scorso. Se qualcuno due anni fa ormai avesse ipotizzato uno scenario come quello attuale, l'avrebbero preso per matto; oggi qualunque scenario è possibile. Si stanno rimescolando le carte molto velocemente; Mario Draghi è troppo intelligente e troppo esperto per non sapere che chiamare Erdogan dittatore avrebbe avuto conseguenze nei rapporti bilaterali con un paese che fino a pochi anni fa doveva entrare nell'Unione Europea e che oggi sembra rientrare in una specie di asse del male di Bushana memoria.

 

 

 

Papa Bergoglio è tornato a mettere in discussione la proprietà privata, che non è intoccabile; gli atti degli apostoli raccontano che nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Oggi uscire dal Regno Unito è illegale, muoversi da quasi tutti i paesi del mondo è diventato praticamente impossibile, devi sottostare a regole sanitarie e di vera e propria detenzione folli fino a 13 mesi fa. La libertà di espressione è ormai subordinata al fatto che le tue idee non mettano in discussione il pensiero dominante, pena la messa al bando dai social, che oggi rappresentano l'arma di manipolazione di massa più devastante mai esistita nella storia dell'umanità. Le mascherine che all'inizio sembravano riservate solo a poche persone con patologie gravi e bisognose di tutela assoluta sono divenute obbligatorie per miliardi di persone, sia al chiuso che all'aperto.

 

 

 

 

Versioni di comodo - Ormai nessuno crede più alla storia del pipistrello, il mondo, l'economia, i poteri hanno avuto in questi mesi la possibilità di dare una scrollata potentissima agli equilibri consolidati; oggi il terreno di battaglia sono le infinite attività imprenditoriali annientate e fallite, pronte a essere raccolte da paesi che hanno chiuso i conti con la pandemia, che hanno deciso che era tempo di ripartire a ritmi spaventosi, inimmaginabili fino a due anni fa. A questo punto vale tutto, qualunque scenario è verosimile, scenari di guerra commerciale, scenari di guerra batteriologica, scenari di fantapolitica sono ormai oggetto di ipotesi sulla base delle quali alcuni Stati si stanno preparando. E non è questione di poteri forti o poteri deboli; i poteri sono forti per definizione, e le decisioni sono sempre concentrate in poche persone, che possono decidere della bontà di un investimento in una autostrada, piuttosto che della politica sanitaria globale. Ma il mondo, inebriato da una finta e presunta democrazia, non l'ha capito, o forse lo hanno capito in pochi, quei pochi che hanno oggi in mano un potere enorme, il più grande potere nella storia dell'umanità. Una umanità che pensa di essere, almeno in occidente, democratica.

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