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Superlega, "no" di Vittorio Feltri e affondo contro Andrea Agnelli: "Il calcio non è quello che sognano i meccanici di auto"

Vittorio Feltri
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Non ho ben capito cosa stia succedendo nel mondo del calcio, ma la sensazione è che i grandi club, sprecando troppe risorse in una gestione manicomiale, intendano sistemare i loro conti fallimentari sfasciando un giocattolo che attualmente funziona alla perfezione. La rivoluzione annunciata consiste nell'istituire un super campionato europeo accessibile soltanto agli squadroni, per esempio la Juventus, l'Inter e il Milan per quanto riguarda l'Italia.

 

Ogni Nazione potrebbe iscrivere al super torneo tre o quattro formazioni al massimo, in modo da creare l'élite continentale del pallone. Tutte le altre equipe, Roma, Lazio, Fiorentina, Atalanta, Torino eccetera dovrebbero accontentarsi della serie A ridotta a pattumiera. I particolari tecnici Libero li svela nelle pagine dedicate allo sport, leggendole vi renderete conto che si tratta di una fregatura per quasi tutte le società che non siano le due milanesi e quella del signor Fiat. Una coltellata alla schiena dell'Italia della pelota che pure ha espresso ed esprime valori di alto significato agonistico. In poche e brutali parole, se ora c'è qualcosa da noi che funziona a meraviglia sono proprio le partite della massima serie, disputate anche e soprattutto da sodalizi provinciali e regionali, e non si comprende perché occorra distruggere una organizzazione perfetta soltanto per andare incontro ai desiderata di Agnelli e di pochi altri ex signorotti, i quali hanno speso talmente tanti milioni che ora sono a secco e tentano di sfruttare la possibilità di riempirsi le tasche disputando un campionato per soli fighetti strapagati grazie ai diritti televisivi.

 

L'idea venne fuori circa un anno fa e fu il presidente bianconero a divulgarla domandando: «Che ci fa l'Atalanta in Champions accanto a noi?». Dichiarazione volgare e improntata a stoltezza, tanto è vero che domenica scorsa i nerazzurri hanno battuto e superato in classifica gli juventini pieni di boria. Questa è la realtà, che si completa aggiungendo che il bilancio della società bergamasca, ai primi posti della graduatoria, è il migliore - in forte attivo - della serie A. Tuttavia ciò non conta agli occhi degli sciuponi torinesi che, allorché non sanno amministrarsi, cercano di raccattare quattrini con azioni scorrette a danno dei piccoli più oculati di loro, capaci unicamente di scialacquare una fortuna per comprare Ronaldo e di farsi buttar fuori dalla principale competizione europea.

Complimenti. Non sono convinto che il progetto ammazzacalcio annunciato vada in porto. Mi auguro di no. Penso che le numerose ottime squadre escluse dal consesso ristretto dei bulli citati siano in grado di esercitare il loro potere ostativo. A noi il calcio piace com'è. Non come lo sognano i meccanici di automobili.

 

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