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DiMartedì, Pietro Senaldi interrompe Sileri: "Vaccini e virus, siamo ridotti alla danza del sole"

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Siamo quasi agli sciamani. Pietro Senaldi, ospite di Giovanni Floris in studio a DiMartedì su La7, ascolta il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri parlare di aperture e campagna vaccinale e scuote la testa. Dal 26 aprile l'Italia riapre (almeno sulla carta) ma la verità è che non è ancora l'auspicata liberazione, ma l'ennesimo, pericoloso salto nel vuoto.

 

 

 

 

"Non bisogna fare ipocrisia, l'apertura determinerà qualche morte in più, questo è un dato incontestabile. Far circolare maggiormente il virus è rischioso soprattutto a vaccinazioni in corso - chiarisce il professor Massimo Andreoni, primario di Malattie Infettive a Tor Vergata -. Se si devono fare aperture, la valutazione è altra ma sotto l'aspetto medico sono assolutamente contrario". Risponde Sileri: "La politica fa scelte sulla base delle segnalazioni della scienza. C'è una variabile rispetto all'anno scorso: abbiamo 11 milioni di persone che hanno ricevuto una dose di vaccino, a 2 o 3 settimane da quella dose non verranno più aggredite dalla forma grave del Covid". "Ma sono 14 su 100", gli fa notare Floris. "Sì ma di queste sono 3/4 delle persone sopra gli 80 anni, manca un milione di persone, e stanno salendo quelli tra i 70 e i 79 anni e stiamo completando i fragili che non sono compresi in queste fasce d'età". 

 

 

 

 

 

Il direttore di Libero Senaldi non è convinto e chiosa: "Apriamo facendo la danza del sole, i primitivi facevano la danza della pioggia... Noi invece speriamo nel surriscaldamento benedetto". Siamo ridotti insomma a sperare in un anticipo d'estate, alla faccia dei ghiacciai che si scioglieranno.

 

 

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