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Ciro Grillo, "la ragazza presa a schiaffi". Ma quel video di 20 secondi potrebbe aiutare gli accusati: ecco cosa si vede

Francesco Specchia
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Ora spuntano nuovi particolari sul video, perno - pare - dell'impianto accusatorio. Poco più di venti secondi in stile porno casareccio tra immagini sghembe, risate sguaiate e sesso torrido a quattro. In cui affiorano dubbi sulla correità dello strupro di gruppo e si mescolano a quelli sulla reale natura del rapporto, se non consenziente, «non del tutto passivo», parte di una "normale" gang-bang (in italiano, orgia) tra gente adulta e vaccinata. Mah. Nella storiaccia di sesso e ferocia (etica, mediatica, politica, finanche giudiziaria) raccontata sul caso di Ciro Grillo e dei suoi tre amici accusati di essersi accaniti sul corpo della ragazza italo norvegese, adesso emergono nuovi fotogrammi e particolari del filmino girato la notte della presunta violenza.

 

 

l cui contenuto comprenderebbe l'orgia suddetta in cui Ciro Grillo, figlio di Beppe, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, tre dei «quattro coglioni col pisello di fuori» si spalmano su Silvia. E le si avvinghiano addosso mentre lei pratica un rapporto orale a uno dei ragazzi e uno manuale contemporaneamente proprio al giovane che gira il video. Laddove l'impressione sarebbe di «complicità massima», specie a detta di un'amica di Ciro Grillo; la quale amica, dopo aver visionato le immagini, ospite in tv da Massimo Giletti, si è sentita in dovere di commentare. Altri, come il medico legale Marco Salvi, incaricato dalle parti della perizia, affermano invece che se costretti «si può sottostare a qualsiasi condizione»; e si chiedono se «Silvia ha accettato il rapporto per paura del branco?»; e indagano l'elemento processuale del "vizio di consenso" dovuto probabilmente all'idea che la ragazza fosse strafatta di Vodka.

TRISTE E BRUTALE
Comunque sia, il video, oltre che brutale, è di una tristezza infinita. E, ovviamente ha prodotto l'altra notizia della giornata, nell'attesa della richiesta di un rinvio a giudizio degli indagati data per certa ma che ancora tarda ad arrivare, con la difesa che punterebbe, nel caso, al rito abbreviato. Ma l'altra notizia - si diceva - è la reazione che proprio la divulgazione del suddetto video ha suscitato nei genitori di Silvia. I quali, esasperati, sfogano la loro rabbia in un comunicato affidato al loro legale, Giulia Bongiorno, dopo giorni e giorni di silenzio e dopo aver letto e sentito ogni genere di narrazione sul conto della ragazza. «Non è facile rimanere in silenzio davanti alle falsità che si continuano a scrivere e a dire sul conto di nostra figlia, aggiungendo dolore al dolore».

 

 

Ora, per rimanere freddi, la situazione s'ingarbuglia ancora di più. È una matassa oscena di fatti, atti e testimonianze la cui interpretazione ognuna delle parti in causa - difesa, accusa, parti civili - dovrà presentare dinnanzi al giudice. Ci sono i segni della violenza sulla schiena della ragazza ma anche l'accenno a "preservativi da comprare" (o pillola del giorno dopo che sia); ci sono la violenta presa per i capelli e lo strappo della biancheria intima e l'orgia a beneficio della telecamera; c'è la denuncia dopo otto giorni ma pure il diritto di avere il tempo psicologico e giuridico per elaborare l'abuso del corpo e l'orrore della violenza. Ed emergono, via via che il caso si dipana, le descrizioni ora della vittima di una gang di violentatori animaleschi; ora il ritratto di una ragazza dagli insaziabili desideri sessuali che contrasta con quello dipinto invece dai genitori, dagli amici e da chi Silvia la conosce bene.

 

 

ELEMENTI DEL DRAMMA
«Una persona serissima, studiosa, educata, senza eccessi», «una che in settimane di vacanze è uscita la prima volta proprio quella sera lì e che sembrava timorata di Dio», per dirla con le frasi del gestore del bed & breakfast dove Silvia alloggiava. Una che il giorno dopo «non sembrava più la stessa persona, era triste, cambiata». Tutti gli elementi del dramma qui si mescolano. E sfociano, alla fine, nell'invettiva rabbiosa di Grillo che - come ha scritto Filippo Facci su queste colonne - rendendo al caso dimensione nazionale «ha eliminato ogni possibile sfumatura rispetto a comportamenti che di sfumature possono averne. Non è che esista solo lo stupro brutale o il più assoluto consenso». Insomma, questa faccenda è talmente incasinata, è talmente una pericolante camminata sulle uova del giudizio e del pregiudizio che perfino i magistrati hanno deciso di prendere tempo.

 

 

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