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Roberto Speranza ricordi la Carta: "Il domicilio è inviolabile". La polizia non può entrare nelle abitazioni

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Azzurra Barbuto
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I diritti non sono una conquista per sempre. Vanno sempre curati e difesi. Basta un momento di distrazione ed eccoci regredire di decenni e addirittura secoli. Prova ne è ciò che sta avvenendo, non soltanto in Italia, nell'ultimo anno per effetto della pandemia. In nome della tutela del diritto alla Salute, che rappresenta un diritto costituzionale, sono stati calpestati altri diritti di pari rango, quindi non meno importanti né inferiori in base alla gerarchia delle fonti, come il diritto al lavoro o quello di movimento, tanto per fare qualche esempio. L'aspetto più raccapricciante di codesto fenomeno, ossia di tale eccezionalità che si sta trasformando pericolosamente in prassi senza che i cittadini si scompongano, risiede nel fatto che ogni dì le nostre libertà fondamentali vengono oltraggiate eppure noi lo accettiamo, anzi ci risulta persino normale e necessario che questo accada. Da Nord a Sud, nelle grandi città come nei minuscoli centri abitati, quotidiane sono le incursioni delle forze dell'ordine all'interno delle abitazioni private allo scopo di verificare il numero degli eventuali ospiti e multare i presenti qualora siano in eccesso, su segnalazione magari dei vicini di casa che hanno assunto orgogliosamente il ruolo di delatori in tempo di epidemia salvo tapparsi occhi e orecchie davanti alle violenze domestiche che hanno luogo al di là della porta accanto. Non occorre che sia in corso una festa, è sufficiente una quantità di invitati inferiore alla decina per ritrovarsi polizia o carabinieri in cucina e dovere giustificare la propria condotta.

 

 

Gli agenti, è bene specificarlo, compiono soltanto il loro lavoro e non sono responsabili delle indicazioni (folli) che gli vengono imposte. Il problema sta a monte, ovvero in un esecutivo, quindi in una classe politica, che non mostra alcun rispetto nei confronti della Costituzione bensì esclusivamente disprezzo poiché la ignora e non ne ha interiorizzato valori e principi. La Carta, questa sconosciuta, all'art.14, lo ricordiamo a Roberto Speranza e a chi insieme a questi governa il Bel Paese, sancisce che "il domicilio è inviolabile" e che "non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e nei modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale". Lo ripetiamo: il domicilio è inviolabile. Inviolabile. Certo, la legge consente alla polizia di accedere alle abitazioni private senza l'autorizzazione del titolare, però solamente per l'accertamento di reati e previo atto dell'autorità giudiziaria. Dunque non basta mica la segnalazione del vicino spione e invidioso per irrompere nella dimora altrui. Inoltre, fissiamolo in maniera opportuna: organizzare un pranzo o una cena, invitare gli amici, ospitare persone in casa propria non costituiscono reati.

 

 

Non sono illeciti. Non sono crimini. Non è disciplinato nel codice penale il delitto di ospitalità. In sostanza, la polizia, senza un decreto della autorità giudiziaria, non può assolutamente suonare il campanello e piombarci in soggiorno al fine di contare i presenti. Sussistono alcune ipotesi circoscritte in cui è ammessa la perquisizione del domicilio senza un mandato. Eccole: flagranza di reato; evasione; nel corso di indagini dirette a scoprire traffici illeciti di stupefacenti; per accertare il possesso di armi ed esplosivi non consegnati o detenuti illegalmente in casa propria; durante operazioni contro le associazioni di stampo mafioso. Come ben vedete, si tratta di ipotesi eccezionali, collegate al riscontro di reati e non di comportamenti che non producono reati. Insomma, alla polizia non è assolutamente consentito di intrufolarsi nei nostri nidi per appurare il rispetto da parte nostra della normativa anti-covid, in particolare la quota di soggetti presenti all'interno, il loro grado di parentela e le loro generalità. Ciò che essa può fare è dare atto dell'intervento, della segnalazione del vicino e del rifiuto opposto dal titolare dell'abitazione al loro ingresso. Rifiuto - tenetelo a mente - pienamente legittimo in quanto esercizio dell'inviolabilità del domicilio contenuta nella nostra Costituzione.

 

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