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Fedez, Sigfrido Ranucci difende la Rai ma non convince. E se avesse parlato di pedofili nella Chiesa?

Francesco Specchia
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«C'è stato un cortocircuito nel modo in cui si sono relazionati Fedez e alcuni autori. Voglio ricordare che le voci maschili che parlano della telefonata di Fedez, di "un sistema", che non è giusto "fare i nomi", sono degli autori esterni alla Rai. Una società di produzione che era stata incaricata dai sindacati, da una società che doveva gestire l'evento. E qual è, alla fine, l'ipocrisia di tutta questa cosa: i sindacati dovrebbero cominciare a guardare dentro la loro pancia, non confondere le libertà sindacali con delle storture. Il valore che viene difeso dalla Costituzione deve essere rispettato, un'opportunità non un modo per approfittarsene». L'amico Sigfrido Ranucci, ottimo cronista e deus ex machina di Report, su questa personale opinione apparecchia la difesa della Rai sul caso Fedez. Aggiunge che «sono contento che la Rai abbia chiesto scusa, come solo le grandi aziende sanno fare. Non sono scuse per una censura, mai avvenuta, ma scuse per la gestione: è grave anche solamente che una persona possa pensare di essere censurata in Rai». La sintesi di Sigfrido è: Fedez si comporta come Fedez. Dice che ha il diritto di dire ciò che vuole; ma la responsabilità della sua concione pro-legge Zan non è della Rai ma dei sindacati che contrattualmente allestiscono in piena autonomia il concertone. In teoria Sigfrido ha ragione. I sindacati organizzano e vendono a viale Mazzini il pacchettone del 1° maggio chiavi in mano, a 600mila euro. La Rai, di solito, non interviene. Di solito. Stavolta, però Ranucci sbaglia. Ilaria Capitani, vicedirettrice di Raitre, è intervenuta con una telefonata che avrebbe dovuto essere risolutiva nella gestione di un formidabile colpo di marketing (di Fedez) trasformato in tentativo di censura. In realtà bastava mettersi d'accordo con i sindacati, in sede precontrattuale, sulle regole d'ingaggio scritte: non si parla di contenuti politici senza contraddittorio a meno che non siano strettamente attinenti all'evento. Qua, per dire, si poteva parlare di lavoro, lasciando le polemiche sulla legge Zan ad altre sedi. Dice un dirigente Rai: «Pensa se Fedez avesse parlato dei pedofili nella Chiesa? Cosa sarebbe successo?». Ma la frittata era già fatta.

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