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Alessandro Sallusti: centrodestra, sveglia. Perdere contro questi grillini e Pd è stupido

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Il centrodestra è stato colto da un morbo pericoloso, quello della sinistrite, cioè l'arte di parlare troppo, litigare tanto e non decidere mai. Ci riferiamo alla telenovela dei candidati sindaci per le città di Milano, Roma, Bologna e Napoli che andranno a votare tra pochi mesi. Lo spettacolo a cui assistiamo è deprimente: nomi che vanno e vengono come fossero figurine di un album. Alcuni durano lo spazio di poche ore, altri si trascinano esausti dopo essere stati feriti per lo più da fuoco amico. Altri ancora, come Albertini per Milano e Bertolaso per Roma hanno tenuto tutti per settimane con il fiato sospeso per poi defilarsi. Tanto che alla fine chi sarà designato rischia di fare la figura del tappabuchi pescato in extremis in mancanza di alternative.

 

Io non penso che gli elettori del centrodestra si meritino un simile trattamento, e poco consola il fatto che Milano a parte (l'uscente Beppe Sala è confermato in carrozza) la sinistra e i grillini non siano messi meglio. Anzi proprio per questo era necessario dare da subito un segnale di unità e sicurezza. Così non è stato, nonostante ci siano stati ben cinque anni a disposizione per regolare le guerre interne e costruire candidature autorevoli e condivise

 

. Mi auguro di sbagliare, ma temo che una situazione così confusa non incoraggi eventuali volenterosi di spessore a farsi avanti sia pure all'ultimo momento utile. Già a fare il sindaco guadagni poco o niente e vai incontro a rogne sicure, se poi per farlo devi prima uscire vivo dalla gabbia dei leoni della politica, sai che voglia. Ecco, Matteo Salvini e Giorgia Meloni fanno benissimo a contendersi la leadership presente e futura del Centrodestra. Basta che però la gara non diventi un gioco allo sfascio tra veti e contro veti strumentali al proprio potere.

A noi cittadini, che il candidato sia dell'uno, dell'altro o un berlusconiano di ferro poco importa. Basta che sia solido e vincente. Perché alle elezioni amministrative vogliamo in campo una nazionale, non club ostili tra loro. Forse, se si danno una sveglia, siamo ancora in tempo a provare a vincere. Perché perdere contro questa sinistra e questi grillini sarebbe, a proposito di calcio, come la Corea ai mondiali del 1966. 

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