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Alessandro Sallusti contro il Pd: ignora gli imprenditori, licenziare è brutto ma è molto peggio un'azienda fallita

Alessandro Sallusti
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Letta che vuole tassare le eredità, il ministro Orlando che, all'insaputa del governo, ha tentato un blitz per prorogare il blocco dei licenziamenti introdotto all'insorgere dell'emergenza Covid. Sfido a trovare una voce che sia favorevole ai licenziamenti. Perdere il lavoro è un trauma per chi lo subisce e per la sua famiglia, al netto che come noto siamo una «Repubblica fondata sul lavoro». 

 

Ma attenzione, ragionare su licenziamenti "controllati" non significa mettere in discussione la sacralità del lavoro, semmai il contrario. Costringere le imprese a non rimodulare i costi sulla crisi significa semplicemente ucciderle, e con loro condannare anche quei lavoratori che viceversa, in una struttura più snella, avrebbero potuto salvarsi. Uno può dire: già, facile parlare se non sei al posto del malcapitato. Giusto. 

Ma quel malcapitato ha una possibilità di tornare velocemente nel circuito solo se aziende sane e competitive riprenderanno a crescere; insomma, è necessario innescare un circuito virtuoso (licenziamenti-ripresa-assunzioni) che seppur attraverso un primo passaggio traumatico, e il più possibile ammortizzato, ridia speranza a tutti vigilando, ovviamente, che a nessuno sia permesso di fare il furbo. Questa operazione sarà tanto più possibile quanto più le aziende saranno incentivate attraverso agevolazioni burocratiche e sgravi fiscali. 

 

Lì, e non in bonus di qualche migliaio di euro, va concentrato il massimo dello sforzo economico del governo. Basta con la retorica sui "giovani da aiutare". Quelli della mia generazione non li ha aiutati proprio nessuno. Chi l'ha mai vista una mancetta di Stato? Siamo stati fortunati a crescere in una Italia dove il mercato del lavoro era in espansione e, chi più chi meno, abbiamo sfruttato l'occasione. Anche io, da direttore, negli ultimi anni, quando l'editoria ancora tirava, ho assunto decine di ragazzi, molti dei quali poi diventati ottimi giornalisti. Da qualche tempo non posso neppure pensare di farlo: troppo alti sono il costo del lavoro e la pressione fiscale sulle aziende rispetto alle nuove condizioni di mercato. 

Ristrutturare le imprese non è un atto criminale, se non è finalizzato all'acquisto di una auto di lusso in più da parte del padrone. È l'unico modo concreto per rispettare e proteggere i lavoratori. Il ministro Orlando se ne faccia una ragione e il centrodestra di governo vigili in tal senso.

 

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