Sospetti inquietanti

Paolo Becchi e la funivia Stresa Mottarone: "Cavo tranciato di brutto, morti israeliani e un iraniano. Solo coincidenze?"

"Qualcosa non mi torna". Paolo Becchi su Twitter riflette "a voce alta" sulla strage della funivia Stresa-Mottarone. Domenica alle 12, un tranquillo giorno di sole e festa, la cabina della linea sul lago Maggiore a mezzo carico per rispettare le regole anti-Covid si sfracella al suolo, a causa della rottura (a soli 5 metri dalla stazione d'arrivo) del cavo trainante e del mancato funzionamento dei freni di sicurezza, che avrebbero dovuto ancorare la cabina al cavo portante. Così sono morti 14 dei 15 passeggeri a bordo, dopo una corsa all'indietro a 100 all'ora, lo scarrucolamento all'altezza del penultimo pilone e un drammatico volo di alcune decine di metri. 

 

 

 

 

 

"Un freno che non si chiude, un cavo che si spezza - scrive Becchi su Twitter -. Muore una intera famiglia israeliana, nonni compresi (si salva miracolosamente solo uno dei due bambini), muore un iraniano. Non so, qualcosa non mi torna". La tesi dell'attentato era già stata avanzata esplicitamente due giorni fa da Paolo Mieli, ex direttore del Corriere della Sera. Di sabotaggio e freni manomessi ora parlano anche gli stessi responsabili della linea, a partire dall'amministratore della Ferrovie del Mottarone Luigi Nerini, uno dei 3 fermati dalla Procura di Verbania che sta indagando sul caso. "Sapevamo dei freni non funzionanti dallo scorso 26 aprile", ha confessato agli inquirenti a proposito del "forchettone" ancora inserito ritrovato tra le lamiere.

 

 

 

 

 

La staffa di metallo che serve a tenere aperte le ganasce dei freni viene inserito durante i test per verificare il corretto funzionamento dei cavi, a cabina vuota, e tolto quando la stessa entra regolarmente in funzione, per permettere il funzionamento dei freni. I responsabili della linea hanno ammesso di aver disinserito i freni per evitare che a causa di "una anomalia" la funivia si bloccasse rallendo così i viaggi, specie in una domenica ad alto afflusso come la scorsa. Certo, non potevano immaginare che si spezzasse il cavo. 

 

 

 


"Capisco il freno errore umano - spiega Becchi a Liberoquotidiano.it -, ma il cavo tranciato di brutto? Muore una famiglia di israeliani, nonni compresi e un iraniano. Coincidenze? E quello che sta succedendo in Israele ora?".