Il commento

Funivia Stresa Mottarone, Alessandro Sallusti: le scarcerazioni non sono un'assoluzione

Alessandro Sallusti

La giudice di Verbania, Donatella Banci Bonamici, contraddicendo in parte la decisione della sua collega procuratrice Olimpia Bossi, ha disposto la scarcerazione dei tre presunti responsabili (uno va ai domiciliari) della tragedia del Mottarone che ha provocato la morte di quattordici persone. Di primo acchito la decisione potrebbe lasciare perplessi i più: ma come, tanto orrore e i presunti responsabili non stanno in cella? È così, direi finalmente è così, nel senso che per una (rara) volta la giustizia viene amministrata - da due donne - in punta di diritto e non in modo approssimativo e forcaiolo.

 

L'uso disinvolto della carcerazione preventiva è una delle piaghe più infette del nostro sistema giudiziario, spesso i magistrati ne fanno uso per delirio di onnipotenza, per mania di protagonismo, peggio per piegare la volontà degli imputati e ottenere confessioni che avvalorino la loro tesi accusatoria o la chiamata in causa di eventuali complici. Una vera e propria tortura di stato per la quale l'Italia è stata più volte ammonita dall'Europa e che è costata ai contribuenti milioni di euro in risarcimenti ai malcapitati.

Prima di una sentenza definitiva in carcere si entra solo per grave pericolosità sociale (per esempio per un omicidio), per pericoli di fuga, di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato. Nessuno degli indagati per la strage della funivia rientra in una di queste categorie per cui è corretto che, acquisiti tutti gli elementi, tornino a casa in attesa di un giusto processo, al termine del quale, se condannati, varcheranno le porte del carcere per scontare la loro pena. E qui veniamo al secondo problema che la questione pone. Il giusto rispetto per i diritti degli indagati sancito dalla giudice Banci Bonamici non può trasformarsi in una ingiustizia nei confronti delle vittime e dei loro parenti per via delle lungaggini dei tempi della giustizia.

 

Loro, come del resto tutti noi, hanno il diritto di vedere velocemente condannati i responsabili, cosa al momento in Italia per nulla garantita (anche per questo non è più rinviabile una drastica riforma della giustizia). Facciamo quindi sì che non passino anni prima che una sentenza equa e definitiva rimetta le cose al loro posto decidendo anche per chi e per quanto il giusto posto debba essere il carcere.