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Redditometro, la denuncia di Alessandro Sallusti: "Misura ingiusta e poliziesca". Così il Fisco può rovinarci la vita

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Alessandro Sallusti
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Siamo tutti d'accordo sul fatto che le tasse vadano pagate e ben venga qualsiasi strumento utile alla giusta riscossione, tipo il "redditometro" (meccanismo per individuare il reddito presunto) che il governo si appresta a reintrodurre in modo retroattivo (dichiarazione del 2016). C'è da dire che il "redditometro" non solo non ha dato in passato i frutti sperati ma ha provocato pure non poche ingiustizie e una marea di contenziosi, perché la relazione tra beni posseduti (auto, case eccetera) e reddito effettivo è una presunzione e non una costante certa nel tempo.

 

Ma al di lá di questo, ci risiamo con l'ennesimo tentativo- lo hanno fatto tutti i governi- di provare a risolvere il grande problema dell'evasione esclusivamente con misure poliziesche, cioè affrontandolo a valle, invece che intervenire a monte, mettendo mano a una grande riforma fiscale. Che questa sia una strada perdente lo dimostra il fatto che solo una piccola parte dell'evasione accertata (circa 17 miliardi l'anno) viene poi in effetti recuperata dallo Stato: l'80% del malloppo - per recente ammissione del direttore dell'Agenzia delle entrate finisce sotto la voce "inesigibile". La giungla ormai fittissima delle leggi tributarie, il carico fiscale eccessivo e la rigidità delle procedure sono nemici delle entrate corrette tanto, se non più, dei contribuenti furbetti o mascalzoni, al punto che i condoni - al netto della questione etica - in realtà sono più utili allo Stato che ai beneficiati.

 

Si possono inserire tutti i redditometri possibili e immaginabili, inasprire le pene e pure introdurre, come avevano proposto i Cinque Stelle, il carcere per gli evasori, ma nulla cambierà se prima non si ribalta il tavolo fiscale e se ne costruisce uno nuovo, semplice e chiaro. A quel punto, ma solo allora, si potrebbe chiedere a tutti gli italiani, soprattutto a quelli benestanti, di mettere un obolo per pagare l'operazione, tipo una patrimoniale per chiudere col passato e ripartire puliti con equità. Se viceversa uno Stato incapace insiste con leggi macchinose, tipo il redditometro, a presumere i nostri redditi deve rassegnarsi a mettere in conto di solo presumere che le tasse siano pagate. Purtroppo.

 

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