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Sussidi, la rendita parassitaria che educa i nostri figli a non lavorare: un male tutto italiano

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Iuri Maria Prado
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Tra i mali della rendita parassitaria- di cui fruisce la più vasta rappresentanza del Paese - c'è questo: che diffonde l'idea della superfluità del lavoro ed "educa" alla pratica di sottrarvisi. Il piatto di minestra sulla tavola dell'operaio racconta al bambino che è grazie alla schiena rotta del padre se si mangia qualcosa: grazie al fatto che la mattina qualcuno esce di casa e torna la sera, dopo aver sgobbato tutto il giorno. 

 

Ma agli occhi del figlio di un sussidiato, di un percettore di prebende nel regno della povertà abolita, di un fruitore di "doti" democratiche, quella medesima minestra racconta un'altra storia e cioè che per mangiare non è affatto necessario lavorare. La povertà di una cena guadagnata stimola il discendente a fare più e meglio del padre, cioè a lavorare anche di più o a ricercare un lavoro più remunerativo: è un'educazione virtuosa. Le ristrettezze in ambito parassitario svolgono anch' esse una funzione pedagogica, ma viziosa, perché nell'emulazione di carriera il figlio è indotto solo a imboscarsi anche meglio, a trovare l'aggancio più promettente, a tirare alla crème degli assistiti, insomma a prendere l'ascensore della società parassitaria. 

 

Il futuro di "nuova egemonia" post Covid vagheggiato dal ministro della Delazione, il "ne usciremo migliori" delle prediche serali dell'avvocato del popolo durante la raffica dei suoi decreti illegali, le reprimende dei sindacalisti con tripla pensione contro l'albergatore che dopo un anno e mezzo di coprifuoco osa assumere chi ha voglia di lavorare anziché quelli che chiedono i giorni di ferie, insomma il gran progetto di stabilizzazione della primazia parassitaria arreca quest' altro malanno al Paese già infermo: lo istiga alla pensione di invalidità, piuttosto che prenderlo per l'orecchio e spedirlo in cantiere.

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