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Variante Delta, troppo allarmismo. Controtendenza: morti, i veri numeri di Inghilterra e Italia

Coronavirus  

Massimo Sanvito
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Se è vero che repetita iuvant, allora non dobbiamo smettere di ribadirlo all'infinito: l'ago della bilancia, nella battaglia contro il covid, sono i vaccini. Del resto, basta scorrere i numeri dei bollettini giornalieri per capirlo: ieri, in Gran Bretagna si è registrato il picco di infetti da gennaio (quasi 28.000 su 1,3 milioni di tamponi) e appena 22 morti, mentre in Italia 882 nuovi casi (su 188.000 tamponi) e solo 21 decessi. Questo per dire che grazie alle punture frenano i contagi più gravi e di conseguenza anche gli ingressi in terapia intensiva e i morti. Ma non tutto sta andando come deve andare... L'allarme è suonato da Copenaghen, dalle stanze dell'ufficio europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità. «La scorsa settimana, il numero di casi è aumentato del 10 per cento a causa di un aumento di viaggi, assembramenti e allentamento delle restrizioni», ha spiegato il direttore regionale Hans Kluge. Dopo due mesi di contagi in picchiata, il rischio di una nuova ondata non è più così peregrino. E questo, essenzialmente, per due motivi: la variante Delta che ormai spaventa tutta Europa e, appunto, la bassa copertura vaccinale nel vecchio continente che si attesta in media sul 24 per cento.

 

 

LA PANDEMIA NON È FINITA - «La cosa più grave è che metà dei nostri anziani e il 40 per cento del nostro personale sanitario è ancora senza protezione e questo è inaccettabile ed è lontano dalla copertura vaccinale raccomandata pari all'80 per cento della popolazione. Con questi numeri, la pandemia non è in alcun modo finita e sarebbe molto sbagliato per chiunque, cittadini e autorità, considerarla tale», hanno ribadito dall'Oms Euro pa. Anche perché, stando alle stime del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, entro la fine di agosto la Delta rappresenterà il 90 per cento dei nuovi casi covid. Inutile dire che per quella data non tutta la popolazione europea sarà vaccinata. Aggiungiamoci pure che il 63 per cento di chi ha deciso di vaccinarsi sta aspettando la prima dose - e quindi non è ancora coperto al cento per cento - e che i flussi di persone aumenteranno esponenzialmente con le vacanze estive. Tutto ciò per dire: occhio, la guerra non è ancora vinta.

 

 

CATEGORIE A RISCHIO - In Italia, per esempio, c'è un grosso problema sugli over 60. Allo stato attuale sono in sette milioni a non essere vaccinati o ad aver ricevuto solo una dose. Parliamo di una categoria molto a rischio in caso di contagio che però non sembra aver capito la portata della questione. Anche perché, ancora una volta, sono i numeri a fotografare l'andazzo. Ieri Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, ha spiegato che «in media, per tutte le varianti identificate, l'87,2 per cento degli infettati non risulta vaccinato, è vaccinato con prima dose l'8,1 per cento e vaccinato con ciclo completo il 4,7 percento. La vaccinazione protegge e riduce la probabilità di decorsi gravi». Le rassicurazioni sull'efficacia del vaccino vengono anche dai dati in mano all'Agenzia europea del farmaco: la doppia dose dei quattro sieri approvati protegge anche contro la variante Delta. Non c'è altro tempo da perdere.

 

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