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Vittorio Feltri su Marta Cartabia: "Brava, fa rispettare la Costituzione"

 Vittorio Feltri

Vittorio Feltri
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La ministra Cartabia ci stupisce, dimostra ogni dì di saper fare il proprio mestiere al dicastero della Giustizia. Alcuni giorni orsono, dopo che Cesare Battisti, il brigatista estradato dal Brasile dopo anni di latitanza, aveva pensato di dar via allo sciopero della fame a causa del trattamento disumano che riceveva in un carcere sardo, ella decise tempestivamente di trasferirlo in una prigione di Ferrara, nella quale si pratica un minimo di socialità. La notizia non ha avuto grande rilievo sui media, normale, quando un politico agisce correttamente viene trascurato. Resta il fatto che la signora, già presidente della Corte Costituzionale, è in grado di capire la gravità dei problemi che affliggono il nostro obsoleto sistema penitenziario.

 

 

Noi non siamo amici dei detenuti e sappiamo che coloro i quali hanno commesso reati, spesso gravi, meritano di essere privati della libertà. Punire i malviventi è doveroso. Tuttavia la nostra Costituzione, la legge suprema, prevede che il trattamento dei galeotti debba essere orientato al loro recupero e non volto a vendicare la società dei delitti di cui essi si sono resi protagonisti. In sostanza, dietro le sbarre non possono avvenire episodi di violenza nei confronti dei reclusi, i quali devono vivere in un ambiente che possibilmente li rieduchi alla vita civile, niente torture né cattiverie gratuite e umilianti. Cartabia è una donna sensibile e preparata per cui non si è fatta pregare: ha disposto per Battisti una sistemazione più idonea. Ma non è finita.

È noto ormai che nella prigione di Santa Maria Capua Vetere, nei giorni maledetti in cui divampava il pericolo Covid, è successo di tutto. La popolazione carceraria, timorosa di essere infettata, inscenò una rivolta tesa a garantirsi dalla grave malattia. Come sempre in questi casi, l'ordine nella Casa circondariale venne meno. Le proteste dei detenuti esplosero, alimentate dal terrore dei contagi. Cosicché le guardie anziché adoperarsi per calmare l'ambiente, aggredirono i rivoltosi onde costringerli a desistere dal creare confusione. Le risse sono state documentate da filmati in cui si vedono scene orrende, pugni, schiaffi, umiliazioni indicibili, veri e propri pestaggi che solo a guardarli suscitano disgusto e rabbia.

 

 

Intendiamoci, tenere a bada una galera in subbuglio non è un gioco da ragazzi. Ma è altrettanto vero che la disciplina non si può ottenere con la forza fisica e la ferocia più spietata. Il video che mostra le cattiverie riservate ai prigionieri senza requie sollevano scandalo e hanno provocato proteste. Ebbene la ministra Cartabia invece di sorvolare come avrebbero fatto vari suoi predecessori su tali episodi poco edificanti, è intervenuta con tutta la sua autorevolezza, avviando una procedura che miri a fare chiarezza e a castigare eventuali colpevoli, quali che siano. È la conferma che la guardasigilli, donna intelligente e capace, non sta lì a scaldare la sedia ma vuole che la Costituzione sia rispettata anche nei penitenziari, che purtroppo da parecchi anni sono i luoghi dove la violazione della legalità è più frequente. Più frequente che nelle nostre città.

 

 

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