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Referendum Lega-Radicali, la stoccata di Vittorio Feltri: "La maggioranza voterà senza capire un accidente"

 Vittorio Feltri

Vittorio Feltri
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Intuisco che molta gente firmerà affinché si svolga il referendum per modificare i meccanismi della giustizia. Sono favorevole al citato plebiscito benché i quesiti posti a chi voterà, se si voterà, siano oscuri: a una persona qualsiasi risultano incomprensibili. Il che mi fa pensare che tale materia già ostica, se poi viene trattata con un linguaggio zoppicante c'è poco da stare allegri.  Il rischio è che quando entreremo, speriamo presto, in cabina elettorale la maggioranza non capirà un accidente e voterà solo nella convinzione che la magistratura vada in qualche modo punita, perché troppo spesso il suo operato è indigesto.

 

 

Trattasi di una eccellente motivazione, tuttavia se chi verga certi testi fosse in grado di farsi capire anche nei paesi con meno di 2000 abitanti sarebbe cosa buona e giusta. Un esempio che ricavo da un articolo di Piercamillo Davigo pubblicato ieri dal Fatto quotidiano sulla materia. «Il sesto quesito referendario dice: Volete voi che sia abrogato l'art. 16 (composizione dei consigli giudiziari in relazione alle competenze) del Decreto legislativo 27 gennaio 2006, n. 25 che reca istituzione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e nuova disciplina dei Consigli giudiziari, a norma dell'articolo 1, comma 1, lett. c della legge 25 luglio 2005 n. 150?». Alzi la mano chi ha intuito la sostanza di questo pistolotto. Io per fortuna non ho studiato giurisprudenza per cui non sono all'altezza di decodificare quanto ho riportato. Ciononostante posso dire che l'artefice di certa prosa ostica e ingarbugliata non può andare fiero di se stesso.

 

 

Non mi riferisco a Davigo che si è limitato a copiare il quesito referendario, bensì all'autore materiale di quelle righe che non stanno né in cielo né in terra. Pretendere che l'uomo qualunque afferri il significato delle righe copiate pari pari dall'ex pm mi sembra velleitario. Assurdo che lorsignori non sappiano esprimersi con un minimo di chiarezza. In ogni caso ribadisco: voterò per la riforma suggerita per via referendaria, non avrò dubbi nel dare il mio Sì peril semplice fatto accertato che i tribunali adesso non funzionano, basta leggere le cronache dei giornali. Se però, quando dirigevo la carta stampata, avessi avuto un redattore che componeva pezzi con lo stile di colui che ha vergato il brano offerto ai lettori l'avrei licenziato in tronco.

 

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