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Vittorio Feltri: "Le calamità non hanno frontiere". Cosa ci insegna la sciagura tedesca

 Vittorio Feltri

Vittorio Feltri
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La Germania travolta da una alluvione micidiale: oltre un migliaio di dispersi, forse morti, fanno impressione. Ci si interroga su come possa essere accaduta una sciagura del genere in un Paese considerato un modello di efficienza, cioè organizzato alla tedesca, capace di qualsiasi disastro. E invece in questa tragica circostanza ci rendiamo conto che, di fronte alle calamità naturali, l'umanità è debole, impreparata. L'Italia da sempre viene devastata da esondazioni e terremoti, e ogni volta che accade una catastrofe, si scatena la polemica contro il governo, contro la protezione civile, contro qualunque autorità che viene accusata di trascurare il territorio rendendolo fragile e soggetto a devastazioni. Vedere i teutonici in ginocchio non ci fa certamente piacere, anzi suscita in noi disperazione e solidarietà.

 

 

Però dovrebbe anche indurci a riflettere. Quando si scatenano gli elementi straordinari che sconvolgono il pianeta, noi uomini siamo costretti a subirne le conseguenze perché siamo indifesi, disarmati. Il problema non presenta la possibilità di una soluzione, dobbiamo subire le disgrazie con santa rassegnazione. Negli anni Cinquanta il Po sommerse il Polesine provocando numerose vittime, i sopravvissuti furono obbligati a emigrare per continuare a campare. Fu un disastro epocale le cui conseguenze si protrassero a lungo. Ricordo certe immagini strazianti: famiglie intere che per non essere inghiottite dal fiume straripato salirono sui tetti delle case in attesa di soccorso. Negli anni successivi non mancarono altri casi drammatici sia al Sud sia al Nord: recentemente Genova fu inondata, idem la Sardegna.

 

 

Si è data la colpa delle calamità a chi aveva edificato lungo i margini dei torrenti, alla gente che aveva accettato di abitare in luoghi pericolosi. Non manca chi imputa ai cambiamenti climatici le catastrofi. La realtà è che la terra e il sistema solare non sono controllabili da noi poveri tapini, ma agiscono secondo leggi fisiche che ignoriamo. Ci illudiamo di poter dominare l'universo, viceversa ne siamo schiavi. Conviene rassegnarci, altro che transizione ecologica. Tutti noi siamo dei puntini neri nel cosmo privi di mezzi per proteggerci dalle avversità.

 

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