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Pietro Senaldi, Libero e il Coronavirus: "Noi stiamo con la scienza, non con i governi"

Pietro Senaldi
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La polemica sulle limitazioni alle libertà di chi non si è vaccinato e sull'introduzione di un obbligo di profilassi per determinate categorie di lavoratori, per esempio il personale scolastico, ha spaccato in tre il centrodestra. Forza Italia è molto vicina a Draghi. La Gelmini era la sola ministra politica a fianco del premier nella conferenza stampa di giovedì sulle misure anti-Covid. Il partito spinge per l'obbligo di immunizzazione per i professori ed è favorevole a un'ampia applicazione del greenpass, la certificazione che consente l'accesso a luoghi frequentati solo a chi ha ricevuto almeno una dose. Non si tratta di sudditanza nei confronti di Palazzo Chigi. La prudenza calcolata è da sempre la posizione di Berlusconi e dei suoi parlamentari. La Lega ha una linea politica più ambigua. Salvini si è vaccinato solo ieri, replica a strettissimo giro di posta alla violenta tirata d'orecchi che gli aveva dato Draghi in conferenza stampa solo dodici ore prima. Il leader è sempre sembrato un pizzico meno entusiasta della profilassi rispetto ai suoi parlamentari. Ha cercato, e tuttora cerca, di dare rappresentanza anche a chi teme gli effetti collaterali dell'iniezione, che invece la sinistra tende a ghettizzare e criminalizzare. Questo comportamento, molto criticato anche da alcuni elettori del centrodestra, è comunque servito a indirizzare il governo Draghi verso la scelta del rischio calcolato, benedetta da esercenti, ristoratori e tante altre categorie. Salvini ha anche fatto da contrappeso alle paure ataviche del ministro Speranza, che fino a pochi giorni fa era per l'ingresso in zona gialla delle Regioni anche con solo il 5% dei posti in terapia intensiva occupati. E poi c'è la Meloni. Non è una no vax ma, nolente o più probabilmente volente, si appresta a diventarne l'idolo. Il che, probabilmente, la farà salire ancora di più nei sondaggi, dei quali è ormai è regina. Si vaccinerà. Intanto, in nome della libertà, si batte per chi non si vuol vaccinare. Essere all'opposizione d'altronde le offre la grande opportunità di non dover fornire soluzioni pratiche contro il ritorno del virus. Questa la situazione, che noi di Libero descriviamo quotidianamente. Poiché siamo a favore della vaccinazione e riteniamo che più persone si sottopongono all'iniezione più probabilità abbiamo di non tornare al lockdown, alcuni osservatori superficiali, che per coprire la loro incapacità di pensiero profondo si atteggiano a informati retroscenisti, ci accusano di essere filo-governativi. Peggio, al guinzaglio di Draghi. Il fatto poi che, piuttosto che rivedere il coprifuoco ole partite Iva disperate, non riteniamo un crimine vietare alcuni eventi o luoghi a chi non è vaccinato consente a certi cacasenno di dire che le nostre opinioni sono in vendita. Per tappare la bocca ai critici, pubblichiamo la prima pagina di Libero del 20 marzo 2020, quando l'Italia era chiusa da meno di due settimane. "Coraggio, arriverà il vaccino", titolavamo speranzosi, quando ancora Draghi non turbava i sonni di Conte, Travaglio, e ormai anche Letta. Siamo liberi di nome e di fatto. Stiamo con gli scienziati e non con il governo. Se sbagliamo, è con la nostra testa e offrendo la spalla alla siringa; convinti di farlo per noi stessi e anche per gli altri, per la salute e per il portafogli, due valori sempre più interdipendenti. 

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