Cerca
Logo
Cerca
+

Marcello Sorgi, dopo Mario Draghi il governo dei militari. La stoccata di Senaldi: "E poi i fascisti sono quelli che vogliono votare?"

Pietro Senaldi
  • a
  • a
  • a

Che Paese, signori. C'è una ragione precisa per cui il governo dei migliori ha rischiato di fare una figura da somari con l'Europa sulla giustizia. È che nessuno rispetta davvero le leggi e la democrazia e tutti le evocano e se ne servono solo per tutelare i propri interessi e i propri amici e andare contro agli avversari. Prendiamo La Stampa, nobile quotidiano che ama intestarsi ogni battaglia per qualsiasi diritto e si è da tempo auto nominato coscienza civile e faro democratico dell'Italia. Fiero sostenitore del governo e dichiaratamente progressista, anti-sovrasta e antifascista, il giornale di casa Fiat ieri impegnava la firma di un suo ex direttore, Marcello Sorgi, per tranquillizzare i suoi lettori sulla tenuta di Draghi a Palazzo Chigi. Il premier non cadrà, era la tesi di fondo, perché, anche se non avesse i numeri sulla giustizia e fosse costretto a dimettersi, il presidente Mattarella lo incaricherebbe di nuovo.

 

 

 

La ricetta

E qualora i partiti osassero fare di testa loro e negargli la fiducia, «a mali estremi, estremi rimedi» (testuale!): c'è sempre la soluzione di un governo militare, con in plancia un Figliuolo dell'emergenza Italia, così come ne è stato reclutato uno per l'emergenza vaccini. Poche righe prima di illustrare la sua ricetta per salvare il Paese, il quotidiano della real casa torinese era tornato per l'ennesima volta a prendersela con Salvini per aver chiesto due anni fa regolari elezioni che gli conferissero i pieni poteri di un premier e con il Pd, reo di essere alleato di M5S e per questo di stare a sentire le ragioni del partito più votato dai cittadini, in tema di giustizia, l'argomento su cui i grillini hanno fatto incetta di voti. L'Italia dei santoni progressisti è così: se Salvini o la Meloni chiedono di andare al potere consacrati da milioni di voti, sono dei fascisti e il Paese precipita in emergenza democratica. Se però arrivano i colonnelli e comandano loro esautorando il Parlamento, allora è il trionfo della democrazia, perché così si evita al centrodestra di vincere le elezioni. A buon intenditor, poche parole. Draghi non è stato eletto, ma in fondo è tollerante e finge di ascoltare tutti, anche se poi fa di testa sua, con la sola accortezza di privilegiare pesantemente il Pd nelle nomine per gli alti incarichi pubblici, con la solita scusa che gli altri non avrebbero classe dirigente all'altezza.

Al voto

Se Conte, Salvini o chi per loro non si allineano, non si sognino di poter andare a votare, arriveranno i militari, magari quelli tedeschi, visto che ormai l'Europa è unita sotto l'austera guida di Berlino. Intendiamoci, messa come è l'Italia, prigioniera di un impianto istituzionale datato e inefficiente e di una politica inadeguata e senza visione né spunto, i colonnelli di Sorgi non sarebbero neppure il peggiore dei mali. Purché non siano solo rossi. Certo però che un giornale che evoca i militari per mettere a posto il Paese poi non può trattare da demente quella parte del Paese che scende in piazza denunciando il pericolo di dittature sanitarie e urlando «libertà, libertà» in risposta a chi vorrebbe obbligo di vaccino e certificazione sanitaria a tappeto. Perché sono proprio certe penne democratiche che alimentano, fino a legittimarle, fobie e ragioni di no vax e no Green pass.

 

 

 

Dai blog